(Repubblica.it – F.Bianchi) Lotta al razzismo e alla discriminazione territoriale (gli stupidi cori contro Napoli): club di calcio e polizia che fanno? Poco o nulla. I club si lamentano molto, è vero: hanno paura ad intervenire? Intanto, hanno mandato una lettera a Giancarlo Abete chiedendogli di cancellare la discriminazione territoriale. Cosa non possibile (Platini che direbbe?) e che non verrà fatta, semmai ammorbidiranno le sanzioni (e sarà difficile vedere un altro stadio chiuso dopo San Siro). Ma se si volesse, si potrebbe intervenire.
Esempio n.1. Il capo ultrà del Milan, Giancarlo Capelli, ha detto ad Antenna Tre: “Sapevano cosa stavamo facendo (a Torino, ndr) ed eravamo consapevoli del significato di quei cori e di cosa avrebbero provocato”. Il Milan pensava di fare denuncia contro ignoti per il danno subito, ma qui non sono affatto ignoti (solo idioti). Perché Galliani non si muove? E la questura di Milano, che dorme, perché non dà cinque anni di Daspo a Capelli?
Esempio n.2. La curva Nord dell’Inter ha incitato gli altri tifosi a fare chiudere tutti gli stadi alla ripresa del campionato. L’incitamento alla violenza, alla violenza, una volta era un reato. E adesso? Le leggi (come quella Mancino) ci sono ma non vengono quasi mai applicate. Perché? Si sottovaluta il fenomeno? Perché non interviene l’Osservatorio?