(F. Bianchi) – Ci risiamo. Come era facilmente prevedibile, viste le premesse,ci sono stati cori contro Napoli, quindi di discriminazione territoriale, da parte di alcuni sostenitori della Roma, venerdì, e del Milan, sabato. Promessa (idiota) mantenuta. Cosa succederà adesso? Cosa deciderà domani il giudice sportivo Giampaolo Tosel? Per la prima volta dovrà applicare le nuove norme, varate dal consiglio federale. Molto dipenderà dagli 007 di Stefano Palazzi: dovranno valutare la “percezione reale” del fatto.
A San Siro contro l’Udinese il Milan avrebbe dovuto giocare a porte chiuse ma la Corte di giustizia ha congelato la sentenza, in attesa di nuovi accertamenti (quali non si sa?). Non è bastato questo a placare i violenti da stadio, i provocatori: dopo un meno di un quarto d’ora dalla Curva Sud, già chiusa, si sono sentiti i primi cori anti-napoletani. Il solito vergognoso campionario, accompagnato da striscioni. E non sono state solo 10 o venti persone, no, erano di più (quante lo stabilirà l’ispettore di Lega). L’altoparlante, da prassi, ha fatto sapere che in caso di ulteriori cori, la partita poteva essere fermata: risultato? Speaker seppellito dai fischi. Dove sono i tifosi perbene che dovevano dissociarsi? Scomparsi. Silenziosi. Succubi.
Se il giudice chiude la Sud, anche loro saranno danneggiati: se abbonati non potranno andare in un altro settore, perché in Italia i biglietti sono nominativi. Il giudice potrebbe applicare la condizionale, che vale un un anno ma che viene annullata in caso di nuovi cori. Può anche darsi che domani faccia così: ma non si risolve il problema, quei 100-200, quanti sono, non mollano di sicuro. Galliani ha detto: “Spero che non si torni alla chiusura della curva. Noi la segmenteremo: i cori arrivano sempre dallo stesso settore“. E’ complicato comunque chiudere un settore di un settore. Come se ne esce?
Fonte: repubblica.it