(M. Pinci) – Probabilmente basta molto meno perché dalle parti di Trigoria diano vita a scongiuri di ogni forma, ma il primo posto a punteggio pieno rende lecito almeno pensarci. Vincere lo scudetto costerebbe alla Roma poco più di 10 milioni di euro. Non una proiezione sul futuro, ma quanto emerge dalla relazione finanziaria annuale al 30 giugno scorso pubblicata dalla società giallorossa sul proprio sito internet. Un dossier sui conti del club dettagliatissimo, e che fa luce anche sui compensi dei dirigenti presenti e passati, sui costi già sostenuti per lo stadio, sulla distribuzione delle quote americane e sulle sponsorizzazioni.
UNO SCUDETTO DA 10 MILIONI – Inevitabile però che a catturare l’interesse siano i premi che il club dovrà corrispondere se la squadra di Rudi Garcia riuscirà a difendere il primato in classifica fino alla fine del campionato. Premi – e bene specificarlo – già presenti sui contratti di giocatori in rosa, e non da discutere quando (se) l’obiettivo diventerà più concreto di quanto non sia oggi. A bilancio sono già previsti 4 milioni e 810 mila euro solo come premio scudetto. Cui sommare, inevitabilmente, quelli per l’ingresso alla fase a gironi della Champions League, 4 milioni e 900 mila euro, e premi salvezza (come quello sul contratto di Borriello) per 439 mila euro. In tutto, 10 milioni e 140 mila euro. Certamente, uno stimolo particolare per quei tesserati che in sede di contrattazione hanno puntato sui risultati della squadra. E non si parla soltanto di giocatori, perché la relazione fa luce anche sulle retribuzioni del parco dirigenti. Alcuni, trattati da veri top player.
A ZANZI UN MILIONE E BONUS DA CAMPIONI – A cominciare dal discusso amministratore delegato Italo Zanzi, arrivato a dicembre e ancora in scarsissima confidenza con la lingua italiana. Il suo lavoro da a. d. gli garantisce però introiti annuali, al lordo, per quasi un milione di euro, 927 mila euro per la precisione, cui sommare eventuali bonus per 300 mila euro, legati alle vittorie della squadra o alla qualificazione in Champions. Premi in linea con quelli di uno qualsiasi dei protagonisti del campo. Addirittura meglio poteva andare a Franco Baldini: sul suo contratto da oltre un milione di euro lordo, erano previsti anche bonus per 2 milioni e 417 mila euro mai incassati, a dire la verità, causa risultati deludenti della sua Roma. Soldi che non incasserà neanche Walter Sabatini: semplicemente perché, sul suo contratto (1 milione, come Baldini), non sono previsti bonus legati ai risultati. Piccoli bonus anche per il neo d. g. Mauro Baldissoni: sul suo contratto da 612 mila euro lordi – il più basso, tra i dirigenti “strategici” – i bonus non superano i 150 mila euro.
UNA NEWCO PER LO STADIO, DIBENEDETTO “VALE” PALLOTTA – Nelle 262 pagine di relazione, però, compaiono anche altre voci interessanti. Una riguarda lo stadio di proprietà, obiettivo nodale nella pianificazione della proprietà americana: la Roma ha già speso 700 mila euro per il progetto, compreso il lavoro dell’advisor Cushman e Wakefield per la scelta dell’area. Oneri sostenuti per conto di Neep, la holding che controlla la società, in attesa della costituzione una NewCo – cui l’asset farà capo – e cui saranno riaddebitati. Nell’ambito dell’accordo con Nike, invece, la società ha già incassato 3 milioni da Nike European Netherland. Sorpresa invece nella divisione delle azioni di A. S. Roma Spa “indirettamente possedute dagli amministratori della Società attraverso la controllante A. S. Roma SPV LLC”: James Pallotta ha – dati al 30 settembre scorso – esattamente le stesse quote di Thomas DiBenedetto, ex presidente desaparecido da almeno un anno e mezzo. Nonostante il “sorpasso” da presidente di Mr. Jim.
BALZARETTI: “ROSA COMPLETA ANCHE SENZA TOTTI” – “L’assenza di Totti a Udine? Sappiamo tutti quello che dà il capitano, ma la nostra rosa è completa e stiamo dimostrando la forza del gruppo”. Nonostante lo stop di un giocatore come Totti, Federico Balzaretti è pronto a scommettere sulla forza della Roma di Rudi Garcia. Il terzino si è poi soffermato sul mutamento registrato a Trigoria rispetto alle deludenti stagioni passate. “Non è facile spiegare un cambiamento radicale, la serietà sul lavoro c’è sempre stata, non mi spiegavo perché i risultati non arrivassero, il valore morale della squadra è alto ed era frustrante non tramutare il lavoro sul campo – confessa il giocatore – Ora è gratificante mettere in pratica gli allenamenti, così come far felici tutti, società, tifosi, noi stessi. Tutti siamo la Roma”. E gran parte del merito della rinascita romanista è di Rudi Garcia, arrivato dalla Francia tra lo scetticismo generale e adesso osannato dalla piazza giallorossa. “E’ stato bravo in ritiro a fare un certo tipo di lavoro, lì è stata creata la base di queste vittorie. Ha convinto alcuni ragazzi a rimanere ed è riuscito a far sì che tutti credessero nel gruppo. Nel calcio c’è poco da inventarsi, lui fa cose semplici ma quello che dice poi lo mette in pratica”.