(A. Vocalelli) – Non è chiaro perché Prandelli, nel giorno di Fiorentina-Juve, sia andato a Livorno. Non perché non sia giusto seguire tutto il campionato – è evidente che tutte le squadre e tutti i giocatori meritino il massimo rispetto – ma perché allo stadio Franchi di azzurri e azzurrabili ce n’erano tanti. Tra questi sicuramente Giuseppe Rossi, che potrebbe essere insieme a Totti, la vera, grande, variante per i mondiali. Dicevamo nei giorni scorsi proprio questo: e se fossero loro i giocatori giusti per togliere un po’ di pressione e responsabilità dalle spalle di Balotelli?
Fatto sta che Giuseppe Rossi, con la sua tripletta alla Juve, ha spalancato le porte della fuga a Francesco Totti. La Juve in vantaggio di due reti pensava probabilmente di aver risolto la pratica, di esser riuscita a rispondere ai giallorossi. Invece no. Con una ripresa fantastica, i viola sono stati capaci di travolgere i campioni d’Italia, prima sfruttando alcune incertezze della difesa bianconera e della nazionale, poi colpendo in contropiede con freddezza e precisione. Una grande soddisfazione per Montella, per i Della Valle, per i giocatori.
Un successo che, come dicevamo, ha lanciato la Roma nella prima, autentica, fuga del campionato. Cinque punti cominciano ad essere tanti, per una squadra sempre più convinta delle proprie possibilità, con un gruppo che si va sempre più cementando e che si è saldato in un patto di ferro con i tifosi. È uno spettacolo, a ogni fine partita, vedere la squadra festeggiare davanti alla gente. Un’aria nuova, per una Roma che si gode le sue otto vittorie e vuole essere anche più forte della scaramanzia. Qualcuno, nell’ambiente giallorosso, ieri diceva: all’ultima giornata ci sarà Genoa-Roma, esattamente dove vinse lo scudetto di Liedholm.