Troppo presto per essere decisiva, troppo importante per essere sottovalutata. Il Napoli si prepara al match contro la corazzata Roma sapendo di poter imprimere un’accelerazione al sogno scudetto ma anche che un risultato negativo non comprometterebbe nulla all’ottava giornata. Lo sa bene il saggio Benitez. «Vincendo – dice in una vigilia che vive in maniera rilassata – daremmo una dimostrazione della nostra forza e prenderemmo maggiore fiducia in noi stessi. Ma domani non può essere decisiva, perchè il campionato italiano è una gara di resistenza. E poi la Juve è sempre lì, mica me la dimentico». E finora ha resistito meglio la Roma che le ha vinto tutte e sette, mentre il Napoli insegue a meno due punti dopo lo sciagurato pari col Sassuolo. «Questo dimostra quanto tutte le partite siano difficili in modo diverso – ne approfitta Benitez – col Milan abbiamo sofferto e vinto, col Sassuolo abbiamo fatto 72% di possesso palla e pareggiato». Ci vorrà il Napoli migliore per tentare il colpo e Benitez proverà a metterlo in campo a cominciare da Albiol e Higuain che si sono riposati dalle nazionali e potrebbero giocare. «Se lo chiedete a loro – dice lo spagnolo – vi dicono che sono al 100%, ma vediamo domani». Difficile rinunciare ai due per un Napoli che ritrova Maggio ma sarà senza Zuniga, che ha un ginocchio in disordine e lavora in palestra per evitare l’artroscopia o almeno rimandarla fino alla pausa natalizia. Un bel problema visto che Armero è arrivato solo ieri direttamente a Roma con Fernandez dopo due partite tiratissime e un volo transoceanico: dovrebbe esserci comunque lui a sinistra per frenare la potenza di Maicon, anche se Benitez ammette: «Mesto è una possibilità e pure Britos è mancino». Dubbi che si accavallano a l’altro più avanti che riguarda la staffetta Insigne-Mertens: Lorenzinho è in vena di magie come dimostrato in nazionale ed è favorito sul belga. Certo, ci fosse Maradona… «Peccato non possa giocare con noi», sorride Rafa sapendo che forse sarà in tribuna.
Viaggi, rosa un pò corta, Benitez non si lamenta però: «Un allenatore vuole sempre di più dai giocatori e dalla società ma io sono soddisfatto del mercato», asserisce mentre pensa a qualche rinforzo a gennaio. E poi c’è la Roma, quella di Garcia che Benitez ha fatto fuori nel 2010 col suo Liverpool dagli ottavi di Europa League. «Era un buon allenatore allora – dice lo spagnolo – e ora è ancora meglio perchè ha più esperienza. Già all’epoca giocava palla a terra e amava le ripartenze veloci come oggi». A interpretare quel gioco oggi ci sono Totti, Florenzi e Gervinho che è in ballottaggio con Ljalic. «Per Totti non prevedo marcature speciali ma dovremo stare molto attenti perchè lui può fare la differenza. Gervinho? L’Arsenal faceva possesso e per questo non brillava a Londra, qui gioca in spazi più ampi e si esalta», spiega Rafa che si affida al mastino Behrami davanti alla difesa e chiederà qualche sacrificio in copertura ad Hamsik. Tutto pronto per la sfida tra le due dominatrici dell’avvio di stagione, per la sfida che sposta il baricentro del calcio italiano al Sud, per la notte dei 3.000 del settore ospiti e dei tanti napoletani che vivono a Roma sul filo della Tav, uniti da due città legate oggi dal feeling dei due sindaci Marino-De Magistris. Chi vince non ha lo scudetto in tasca ma saprà davvero di poterlo vincere.
Fonte: Ansa