Chiamatelo derby del mondo. Eh sì perché stasera a San Siro sessantamila spettatori celebreranno un evento storico per il nostro calcio, dato che per la prima volta si affronteranno due squadre con proprietari stranieri.
Erick (Thohir) l’indonesiano contro James (Pallotta) l’americano. Il tycoon di Giacarta contro lo yankee bostoniano. Fossimo in Premier, sarebbe abitudine, a queste latitudini, quanto accadrà rappresenta il segno del calcio che cambia. E pazienza se i romantici verseranno una lacrima ripensando alle schermaglie tra Sensi e Moratti. Quest’ultimo farà – come d’abitudine – passerella a San Siro dopo essere stato, come da tradizione, ieri sera a cena con la squadra alla Pinetina. A Roma ci sono già passati. Il gruppo capeggiato da Di Benedetto e Pallotta nel 2011 sborsò 48 milioni per rilevare la maggioranza del club (oggi Pallotta detiene il 62%, presidente della Roma, ed Unicredit il 31%) e, nel frattempo, oltre a modificare il logo della società (scatenando le proteste di parte dei tifosi), ha capito quanto sia difficile fare soldi col caldo in Italia in attesa degli stadi di proprietà: gli ultimi due bilanci si sono chiusi con perdite intorno ai 50 milioni, il prossimo segnerà un rosso tra i venti e i trenta.
Gli indonesiani erediteranno un’Inter da profondo rosso: l’assemblea dei soci del 29 ottobre approverà un bilancio con un buco da 81 milioni, interamente ripianati daMoratti, mentre la holding che fa capo a Thohir rileverà l’esposizione debitoria con le banche (altri 200 milioni) nella speranza che, una gestione più oculata delle risorse e una valorizzazione del marketing (un buco nero senza fondo per le continue perdite nel fatturato, nonostante “l’acquisto” di Giorgio Ricci dalla Juventus), possa portare i costi della società a cifre sostenibili. Un problema caro anche a Pallotta. Per questo, come rivelato da Repubblica a luglio, Mark Pannes, ex amministratore delegato giallorosso, provò a coinvolgere la cordata indonesiana nel progetto Roma, approfittando delle difficoltà della trattativa con Moratti che si era impantanata, arrivando a un passo dalla rottura. Nonostante il grande no di Thohir, i rapporti tra gli indonesiani e il club giallorosso sono rimasti più che buoni come dimostra la scelta, da parte del club, di effettuare a metà novembre una mini-tournee proprio a Giacarta per valorizzare anche a quelle latitudini il marchio Roma.