Chi dice l’eterna giovinezza di Totti , altri l’effetto-Garcia, altri ancora la ritrovata forma di alcuni big (De Rossi, Maicon, De Sanctis) o la campagna acquisti finalmente indovinata. Probabilmente c’è un po’ di tutto nel primato della Roma che tuttavia non sfugge nemmeno ad una vecchia regola del calcio: il centrocampo è il cuore della squadra. Ed è proprio la mediana la forza dei giallorossi con il trio Pjanic-De Rossi-Strootman che è sinonimo di qualità, quantità e imprevedibilità, sapendo offrire copertura adeguata (e non è un caso che la Roma abbia la migliore difesa d’Europa) e palloni giocabili in avanti (e guarda caso i giallorossi hanno il miglior attacco della serie A).
I SOLISTI Garcia ha disegnato un reparto che per il calcio moderno – sempre più fisico e meno tecnico – è perlomeno anomalo: tre registi in un colpo solo. Già, perché De Rossi, Pjanic e Strootman, se giocassero in tre squadre diverse, il gioco passerebbe proprio dai loro piedi. Nella Roma, invece, lo fanno a turno: l’avversario gioca a uomo su Pjanic (che nello scacchiere gioca a destra, nel classico ruolo della mezzala)? Nessun problema si abbassa De Rossi, che normalmente si occupa del lavoro d’interdizione (diventando all’occorrenza il difensore aggiunto). Anche il centrocampista della Nazionale è seguito da vicino? Ecco che tocca a Strootman, passo da mezzofondista, tackle da corazziere e tocco di palla vellutato, capace già nell’Olanda di sapersi sdoppiare nel classico ruolo di calciatore di corsa, palla al piede, ma anche nel regista dal lancio lungo. Senza contare che poi c’è Totti che da falso nueve , si abbassa e sfrutta con la sua classe la velocità degli esterni offensivi (Gervinho e Florenzi). Una macchina perfetta che volendo scomodare paragoni geometrici (e inserendo in questi anche Totti) si trasforma da triangolo in fase difensiva a rombo in quella offensiva. Il tutto seguendo il diktat di Garcia: linee strettissime tra di loro che sono il sinonimo di copertura e spazi stretti quando si viene attaccati, pronti ad aprirsi all’improvviso quando bisogna ripartire in contropiede.
BUDGET TRICOLORE E’ chiaro che senza Totti per 6 settimane e con Borriello al suo posto, il modo di giocare cambierà. Ma non al punto da stravolgere il canovaccio della squadra. Toccherà infatti sempre al trio Pjanic-De Rossi-Strootman coprire e impostare, rompere il gioco avversario e far ripartire il proprio. Del resto una partenza sprint come quella dei giallorossi non può essere vanificata da un paio di infortuni, anche se in un caso ad alzare bandiera bianca è stato il calciatore più importante della rosa. E che a Trigoria credano nell’impresa è confermato dai premi che il club ha pensato di elargire in caso di scudetto. Questi compaiono nella relazione finanziaria al 30 giugno 2013 pubblicata nei giorni scorsi: il club giallorosso ha previsto 4 milioni e 810 mila euro di premio vittoria campionato solo per la prima squadra, e annesso premio qualificazione Champions di 4 milioni e 900mila euro. In realtà è una prassi consolidata presente anche gli anni scorsi che chiaramente ora salta agli occhi per la partenza sprint dei giallorossi. Anche perché le somme non altro che il totale dei premi pattuiti individualmente da calciatori e dirigenti. Già, perché nelle gratifiche legate agli obiettivi sportivi ci sono anche loro: 300mila euro lordi per il Ceo Zanzi , 150 (sempre al lordo) per il dg Baldissoni in caso di qualificazione ai gironi Champions.
PIU’ DEI BIANCONERI Ljajic , invece, candidato a sostituire Gervinho a Udine, pensa più in alto: «Sono pronto, soprattutto a livello mentale non vedo l’ora di tornare a giocare dal primo minuto, dal punto di vista fisico speriamo di esserlo altrettanto. Oggi siamo più forti della Juve, abbiamo 5 punti in più – ha spiegato a Rds – Abbiamo tanta voglia di continuare così ma il campionato è lungo e dobbiamo ancora dimostrare chi siamo. I problemi arriveranno, ma il calcio è bello anche per questo».