La Roma di Garcia ha già scritto una pagina di storia. Ora viene il duro, lo sa il tecnico francese, lo sanno anche i suoi ’27 maghi’: proprio come ha fatto il Chievo Verona ieri, ogni avversaria da ora giocherà con una particolare attenzione e con grande spirito di sacrificio per tentare di fermare quella squadra che ad oggi continua a battere ogni avversario.
I TENTATIVI DI SANNINO-LE RISPOSTE DI GARCIA. Sannino, consapevole del fatto che per batter la Roma servirebbe un’impresa, cerca da subito di chiudersi, per poi tentare di colpire in contropiede grazie alla rapidità di Pellissier e Paloschi. La mossa a sorpresa è consistita proprio nella scelta di far scendere in campo fin dall’inizio il capitano, specialista nelle ripartenze; lo stesso Pellissier da subito ha cercato di puntare Castan, indicato dal suo tecnico come anello debole della retroguardia romanista: idea pessima quella di Sannino, dato che il brasiliano umilia il povero attaccante avversario.
Inoltre il tecnico clivense ha optato per una linea difensiva schierata a 5, con addirittura i due terzini bloccati, tenuta molto bassa e guidata dall’esperienza di Dainelli. Con Sardo e Dramé impegnati nella sola fase difensiva, Garcia decide di rispondere con l’inserimento di Dodo, sulla carta dotato di caratteristiche maggiormente offensive rispetto a Balzaretti. La realtà, purtroppo, è ben diversa: il brasiliano non riesce ad incidere, spegnendosi dopo appena 20 minuti nonostante una buona partenza, così nel secondo tempo l’ingresso di Balzaretti dà maggiore vivacità alla manovra giallorossa.
IL CENTRAVANTI. Borriello finalmente decide una gara, vedendo finalmente premiato tutto l’impegno mostrato in questi primi mesi della stagione. Caratteristiche da centravanti anni ’80, forte fisicamente, abile nel gioco aereo, capace di tenere sulle spalle il peso di un reparto. Nel primo tempo va in difficoltà contro i tre centrali avversari, anche perché scarsamente supportato da Marquinho, nella seconda frazione decide la gara con un’incornata bellissima, rubando il tempo nel contrasto aereo al diretto marcatore. Il resto della sua partita poi è di sacrificio: il primo difensore della Roma è sempre lui.
GLI ESTERNI OFFENSIVI. Bocciato Marquinho, autore dell’ennesima prova insufficiente dell’anno. Sono passati quasi due anni dal suo arrivo in Italia, il suo ruolo non è ancora chiaro alla maggior parte degli addetti ai lavori; sicuramente nel tridente offensivo fatica. Differente, invece, la prova di Ljajic: i giallorossi sono orfani di Totti, così l’ex viola prende la squadra per mano, e la trascina nei momenti difficili. Dà il cambio di passo, è il regista offensivo della squadra, che quando vede Pjanic in difficoltà si abbassa per dar qualità alla manovra. Il tutto condito della solita disponibilità in fase difensiva.
A cura di Luca Fatiga
@LucaFatiga9