Dmitri Alenitchev non ha dimenticato la sua esperienza alla Roma sul finire degli anni novanta: il gioco arrembante a caro prezzo di Zeman, la genialità straordinaria di Francesco Totti, la concretezza di Capello, l’emozione irripetibile di un derby capitolino vinto con patos.
«Come sta Francesco? Quando rientra? La Roma con lui è da scudetto, senza lui manca la luce. E’ incredibile come sia ancora così determinante, Totti è senza dubbio il calciatore più intelligente che io abbia mai conosciuto. Unico. Sembrava avesse gli occhi ovunque e bastava una sbirciata per metterti nella migliore condizione possibile», ricorda l’ex centrocampista russo, 41 anni, arrivato nell’estate del 1998 dallo Spartak Mosca, il club dove ha chiuso anche la sua carriera da calciatore dopo aver girovagato per l’Europa.
Oggi allena l’Arsenal, la squadra locale di Tula, cittadina a 200 km a Sud di Mosca. 4º nella serie cadetta, sogna un la promozione in Premier così da potersi confrontare con Spalletti: «Sarebbe fantastico incontrare Spalletti. Seguo sempre il calcio italiano, la Roma in particolare. Con il Cagliari ha pareggiato, ma in questo momento, oltre a Totti, sta mancando un po’ di fortuna. La Juve è fortissima e difficile da battere, spero che lo scudetto torni nella Capitale, ma andare in Champions sarebbe il massimo. Garcia mi ricorda Capello, con il suo calcio concreto. Schiera in maniera compatta la sua Roma che ha un centrocampo fortissimo, è complicato per tutti affrontarla. Strootman? Un top player. Ma è il gruppo a fare la differenza con Totti», aggiunge Alenitchev, 43 presenze in giallorosso e 4 gol in tutto, un mondiale con la Russia nel 2002.
Fonte: Corriere dello Sport