Vincent Candela, campione d’Italia con la Roma nel 2000-2001, ha parlato del momento giallorosso e della sua vita privata. Queste le sue dichiarazioni:
“Anche i giocatori della Roma sono umani. Secondo me va bene così, un calo è normale durante il campionato. Siamo quasi a metà stagione e ancora non hanno perso, sono molto contento, sia per i giocatori sia per i tifosi. Il Cagliari ha giocato bene e la Roma ha creato tanto, ma non ha trovato il gol. Ci può stare, il calcio è così. Comunque grande Roma. L’assenza di Totti? Un punto di riferimento come lui non si trova da tutte le parti. Sono diversi anni che dico che in Italia rimane il giocatore più intelligente, è quello che fà la differenza. Lui ha la velocità di pensiero, che nessun altro ha. E poi è il capitano”.
Garcia?
“Sono contento per lui. L’ho conosciuto in ritiro, lo vado a trovare spesso a Trigoria. E’ un personaggio molto interessante. Ha saputo rigenerare la squadra, creare armonia e un buon gruppo attorno a Totti, De Rossi e De Sanctis. Anche a livello di comunicazione è stato perfetto. Non sbaglia un colpo, è quello che fa la differenza. Il paragone con Capello? Capello è venuto a Roma, il secondo anno ha vinto, perché è bravo, ma perché sa gestire il gruppo, i giornalisti. Fare tutto questo a Roma non è facile. Anche Garcia ha saputo gestire bene l’ambiente a livello di comunicazione. Per fare un paragone però ancora è presto, perché Capello ha vinto tanto. Garcia ha vinto dopo cinquant’anni a Lille. Spero che vinca anche con la Roma”.
Lo scudetto?
“ Adesso è facile dire che la Roma può lottare con la Juventus, io l’ho detto all’inizio della stagione, perché ha le basi per farlo. Soltanto la Juventus può lottare con la Roma. Io ci credo, ci credevo dall’inizio e ci credo ancor di più oggi. Certo la Juve è passata in testa, è molto forte, è abituata a vincere, però la Roma può lottare tranquillamente e non ho paura né del Napoli, né dell’Inter. I problemi della Roma con i terzini? È un ruolo molto complicato quello del terzino, soprattutto con il gioco sulle fasce. È vero Maicon, con Cafù rimane il migliore in circolazione. A sinistra Balzaretti mi piace, l’anno scorso ha avuto difficoltà, come tutti gli altri. Quest’anno con il gol che ha fatto al derby, può diventare un giocatore importante. Poi c’è Dodò che è molto giovane e deve crescere”.
Ti definisci un artista?
“Oggi si, ma il calcio è sempre quello che conosco bene e rimane la mia passione. Un artista perché ho qualche ristorante in Francia, mi piace il vino e ho le vigne, ho una scuola calcio, perché è la mia passione. I miei figli mi chiedono che lavoro faccio e io rispondo che sono un artista (ride). Le mie scelte sono sempre sul calcio, dai commenti, alla scuola calcio. Vivo qui in campagna da dodici anni, ho le vigne perché mi piace il vino. Mi divido tra calcio e vino. Diventare allenatore? Ancora non sono pronto, non ho fatto l’ultimo esame. Però perché no. Quando sarà il momento giusto e soprattutto con le persone giuste, perché da soli non si va da nessuna parte. Ho un po’ di amici che sono bravi, quando arriverà l’occasione ci penserò”.
Lavorare per la Roma?
“A Roma conosco tutti, dal giardiniere al presidente. Ma per il momento non c’è stata l’occasione, posso dare qualcosa, con i miei valori, l’onestà, la lealtà. Vediamo c’è un tempo per tutto. Pallotta? L’ ho conosciuto. Negli ultimi due anni ci sono stati un po’ di problemi, hanno cambiato il presidente. Adesso stanno facendo bene, hanno investito molto, l’anno scorso è stato un anno difficile per tutti. Quest’anno le cose stanno andando bene”.
Pallone d’Oro?
“A Totti! Non si può perché non fa più parte della Nazionale. Io lo darei a Ronaldo, dopo aver mandato il Portogallo al Mondiale. Per Totti parlano i fatti e non le chiacchiere. Ha tutti i record e forse uno alla carriera glielo si potrebbe dare”.
Fonte: sport uno