La Roma e il modello-Thohir. Il mercato asiatico, che significa Cina e Giappone, Indonesia e altro. Due miliardi di potenziali tifosi e clienti, ovvero un mercato che può aprire prospettive diverse, e fin qui inesplorate, per il calcio italiano. Come è accaduto a Milan, nel club nerazzurro, sta succedendo nella capitale in quello giallorosso.
Su questa linea, Moratti ha lavorato sette mesi, cedendo infine il pacchetto di maggioranza a un gruppo indonesiano, guidato da Erick Thohir: l’ingresso in società, con 75 milioni di euro e altre quote di investimento per la prossima primavera, significano per l’Inter: a) bilancio risanato; b) 25-30 milioni di euro da investire al calciomercato; c) fatturato che dagli attuali 170-180 milioni stagione, potrebbe raddoppiare; d) nuovo stadio di proprietà.
E così anche la Roma di James Pallotta si è orientata verso questa direzioni. La “guerra di comunicati” dell’ultimo fine settimana, fra Unicredit e Pallotta (“tante bugie fanno male alla Roma”, “nessuna bugia, stiamo trattando per il bene della Roma”) è arrivata all’atto imposto dalla Consob che ha chiesto chiarimenti. E i chiarimenti li ha forniti Pallotta, dicendo che ci sono state incomprensioni, ma ora l’orizzonte è più chiaro e “siamo pronti a collaborare con partner validi”. Ovvero il magnate Chen Feng, 64 miliardi di patrimonio.
E così siamo al punto di svolta. In tal senso simile a quella di Moratti-Thohir, ma diversa nella soluzione. Nel senso che Palotta è disposta cedere il 30 per cento della quota-Roma, tenendo per sé il restante 70 per cento (l’opposto del’operazione-Inter), verificando in seguito altre opzioni. Un valore stimato in 35-40 milioni di euro. E con tutte quelle possibilità di mercato, stadio e investimenti che Thohir ha promesso per il club nerazzurro; e i cinesi –senza dubbio- sono pronti a garantire a quello giallorosso. Partendo fra l’altro dalla Cina, 1 miliardo e 30 milioni di cinesi.
Fonte: sportmediaset.it