Dopo l’iniziativa di domenica di circa trecento tifosi della Roma, si torna a parlare della riqualifica della zona del “vecchio Campo Testaccio“. Il Corriere dello Sport, tramite la penna del suo Luigi Ferrajolo, ripercorre la storia del mitico campo del primo scudetto romanista.
Volevano costruirci un garage multipiano. Si può profanare così la memoria, la passione della gente? E’ già tanto che quell’offesa sia stata sventata, ma altre, a quanto pare, sono in agguato. Domenica mattina un centinaio di tifosi romanisti ha ripulito alla meglio Campo Testaccio. Anzi, quel che resta del mitico stadio, demolito nel 1940. Da anni la gente romanista manifesta con forza il desiderio di riappropriarsi della sua vecchia collinetta, di sottrarla al degrado, all’abbandono, o peggio, alla speculazione. E’ come riappropriarsi di un sogno, di uno stato dell’anima.
E’ stato evitato il sacrilegio di un parcheggio moderno, ma nel frattempo dal Comune non è partita una proposta, una mezza idea per ridare dignità ad un luogo che fa parte della storia della città. Di Campo Testaccio ci sono rimasti filmati sbiaditi, foto ingiallite, racconti preziosi di chi ha visto giocare in quello stadiolo tutto di legno, all’inglese, campioni come Masetti, Fuffo Bernardini, Ferraris IV, Guaita e Volk. Campioni che hanno fatto la storia della Roma e al tempo stesso di quella gloriosa collinetta.
Perché allora non trasformare quel campo abbandonato al degrado in uno splendido luogo della memoria? La Roma americana ha dimostrato subito di avere grande rispetto per la storia di questa squadra: due anni fa, primo club in Italia, ha creato l’Hall of Fame dei suoi campioni. Avendo fatto parte di quella ristretta commissione che ha scelto i primi Undici della storia, insieme con il voto dei tifosi, possiamo dire di aver colto nella nuova società l’intenzione di valorizzare il passato, di sottolineare quella continuità ideale che lega i campioni di una volta e quelli di oggi.
Il patrimonio di un club è la forza della sua tradizione, la capacità di rinnovarsi, senza dimenticare il passato e i protagonisti di ieri. Proprio per questo suggeriamo di trasformare il vecchio e glorioso Campo Testaccio nella sede dell’Hall of Fame, nel tempio dei più grandi campioni che hanno indossato la maglia della Roma. Molti club eccellenti hanno ubicato il museo della società nel proprio stadio, tutte strutture moderne, efficienti, ma poco suggestive. La Roma, al contrario, ha un’opportunità straordinaria: può portare i suoi ricordi, i suoi campioni migliori, può trasferire la sua memoria e il suo passato proprio nel luogo in cui nacquero le sue radici. Un museo giallorosso, la Hall of Fame dei suoi eroi, sulla collinetta di Testaccio, dove sino al 1940 ha giocato partite epiche, memorabili. Che adesso non possono finire in un garage. E tantomeno nell’oblio.