Pep Guardiola a caccia di talpe nello spogliatoio del Bayern Monaco. I campioni di Germania marciano spediti in vetta alla Bundesliga dopo il successo per 3-0 sul campo del Borussia Dortmund. Il tecnico catalano, però, non è sereno: c’è qualcuno che spiffera informazioni alla stampa. »Chiunque sia, cadrà qualche testa. Caccio qualcuno, non giocherà più con me«, ha detto Guardiola parlando alla squadra prima del big match giocato e vinto sabato. Probabilmente, anche la chiacchierata doveva rimanere top secret. Eppure, la Bild ha offerto un resoconto dettagliato della conversazione. Guardiola, a quanto pare, si è arrabbiato leggendo il giornale di sabato: sulle pagine venivano anticipate le tattiche che il Bayern avrebbe utilizzato contro il Borussia. Quando ha visto, nero su bianco, i riferimenti ai palloni allargati sulle fasce e ai cambi di gioco, Guardiola ha perso la pazienza. L’irritazione dell’allenatore è condivisa dai vertici societari. »Chiunque sia la talpa, farebbe meglio a porre fine immediatamente a questo gioco«, ha detto Karl-Heinz Rummenigge, presidente della giunta direttiva. “Altrimenti – ha aggiunto l’ex attaccante- avrà un problema serio. Non solo con Pep Guardiola ma con tutta la società. È una situazione che ci crea disagio, c’è un motivo se teniamo meeting riservati e non diamo informazioni all’esterno”.
Per smascherare la spia, ad ogni modo, il Bayern Monaco non avvierà ‘indaginì speciali. «Non attiveremo la NSA per capire chi è», ha aggiunto Rummenigge facendo riferimento al Datagate e all’attività di spionaggio che sarebbe stata effettuata dalla National Security Agency americana. Guardiola, d’altra parte, viene spesso descritto come un attentissimo conoscitore di qualsiasi giocatore. In passato il quotidiano spagnolo El Confidencial ha sostenuto che il tecnico, durante il quadriennio al Barcellona (2008-2012), avrebbe impiegato anche investigatori privati per tenere d’occhio alcuni calciatori. In particolare, avrebbe vigilato in maniera attenta su Gerard Piquè, Samuel Eto’o, Ronaldinho e Deco. «Era ossessionato dalla vita privata dei giocatori, non voleva che esagerassero perchè temeva che non avrebbero poi reso al top in campo», ha detto una fonte interna al Barcellona.
Fonte: adnKronos