«Il Collegio ritiene che manchi quel tassello probatorio decisivo che possa serenamente condurre all’affermazione della responsabilità del Mauri per violazione dell’art. 7, comma 1, CGS, seppur appare non revocabile in dubbio che per l’andamento dei fatti ed i contatti intervenuti vi fosse almeno la consapevolezza dell’ordito dell’illecito». Lo scrive la Corte di Giustizia della Figc, motivando la squalifica di 9 mesi inflitta lo scorso 2 ottobre al capitano della Lazio,Stefano Mauri, per doppia omessa denuncia nelle presunte combine di Lazio-Genoa e Lecce-Lazio del maggio 2011.
Nelle 39 pagine rese note oggi, i giudici di secondo grado sottolineano che«appare difficilmente revocabile in dubbio che entrambe le gare di cui trattasi siano state fatte oggetto di illecito e che l’andamento e il risultato delle stesse siano stati alterati». Sono, infatti, «numerosi e convergenti, in tal senso, gli elementi probatori», ma mancherebbe la prova regina che inchioda il centrocampista brianzolo. «Il contenuto delle accuse rivolte da Gervasoni a Mauri lascia dubbi allo stato non superabili – rileva la Corte presieduta da Gerardo Mastrandrea che si è avvalsa quindi del principio ‘in dubio pro reò -, non solo perchè i diretti interessati smentiscono il collega, poichè in questo caso, in presenza di un riscontro esterno, si potrebbe sostenere, secondo quanto in precedenza chiarito, la sufficienza degli elementi a carico, ma perchè sono in realtà privi di un sicuro riscontro esterno,finendo ogni elemento d’accusa nei confronti di Mauri per far capo sempre e solo a quanto dichiarato dallo stesso chiamante».
La Corte però ribadisce più volte che le proprie «valutazioni non possono che essere formulate allo stato degli atti e nella consapevolezza che le risultanze attuali potrebbero essere superate da eventuali future acquisizioni, laddove le stesse dovessero trovare ingresso in altro procedimento» dato che c’è un’inchiesta penale «tuttora in corso da parte dell’autorità giudiziaria ordinaria, nella specie la Procura della Repubblica di Cremona». La vicenda di Mauri nel Calcioscommesse potrebbe quindi non concludersi al Tnas a cui il calciatore si è appellato contro la squalifica ricevuta.
Fonte: ansa