(G. Piacentini) – Alla fine è andato tutto secondo logica e Gervinho è stato inserito tra i convocati per la gara con il Sassuolo. Una mossa quasi obbligata da parte di Rudi Garcia, che venerdì si era detto ottimista sulla disponibilità dell’ivoriano, e resa quasi necessaria dalla volontà del giocatore di rispondere alla chiamata della sua nazionale, che sabato prossimo si giocherà contro il Senegal (si parte del 3-1 in trasferta dell’andata, ottenuto proprio grazie ad una grande prestazione di Gervinho, autore di un gol e un assist) il visto per il Mondiale.
In caso contrario sarebbe passato il messaggio, negativo per Gervinho e per la società, di un calciatore disponibile per la Nazionale e non per il club, che comunque avrebbe preferito tenerlo a Trigoria a lavorare per recuperare pienamente dall’infortunio muscolare patito durante Roma-Napoli del 18 ottobre scorso. E invece Gervinho, senza aver fatto nemmeno un allenamento con i compagni, è stato convocato e oggi guarderà dalla panchina la gara con il Sassuolo, pronto ad entrare in caso di estrema necessità, eventualità questa che nessuno si augura.
La sua presenza dà comunque un po’ di respiro a Rudi Garcia, che in avanti ha gli uomini contati e che in settimana – lo ha fatto anche ieri mattina nell’allenamento di rifinitura – ha provato soluzioni alternative al tridente più scontato, quello composto da Borriello, Ljajic e Florenzi. Quella più «esotica» prevede lo spostamento di Pjanic nel ruolo di finto centravanti alla Totti, con l’inserimento di Bradley a centrocampo. Garcia, però, ha dimostrato di essere un tecnico che cambia solo se costretto: a Torino lo ha fatto, ma c’era la necessità di gestire due partite, quelle con il Chievo e con i granata, in 72 ore.
Col Sassuolo non c’è questa esigenza, e anche se i numeri dicono che la Roma con un centravanti di ruolo non esprime il gioco brillante che fa con un attacco che non fornisce punti di riferimento, è altrettanto vero che si può immaginare un Sassuolo particolarmente attento alla fase difensiva e a non concedere spazi. Una partita sulla falsariga di quella giocata con il Chievo, decisa proprio da un guizzo da centravanti d’area di rigore di Marco Borriello, che avrà al suo fianco Adem Ljajic: sarà una partita importante anche per il serbo, che non segna dal 29 settembre ma che solo all’Olimpico – contro Verona, Lazio e Bologna – ha trovato finora la via del gol.