(G. Piacentini) – «Meglio secondi che primi ». I tifosi della Roma possono stare tranquilli, Rudi Garcia non è impazzito. Anzi. Il tecnico giallorosso ha invece capito che probabilmente Roma, intesa come squadra e come piazza, non è ancora pronta per sostenere il peso di un campionato giocato «da lepre», e che forse in alcune circostanze è meglio dirottare sugli altri la pressione. «Per il momento penso che, forse, è una buona cosa essere secondi, infatti in questa settimana non ho sentito parlare di scudetto. Per noi è meglio, stiamo più tranquilli».
Nessun ridimensionamento, quindi, ma solo una prospettiva diversa nel guardare la classifica. «Non perdiamo ambizione, vogliamo arrivare il più in alto possibile. Il primo posto era merito nostro, ma il nostro obiettivo è arrivare in Europa. Dopo il pareggio col Cagliari abbiamo preso un punto sulla terza e sulla quinta mentre la quarta ha pareggiato come noi, abbiamo perso terreno solo sul primo posto, che però non è il nostro obiettivo».
Non sarà un obiettivo, ma dopo l’avvio di stagione l’asticella delle aspettative si è alzata. «Ora puntiamo all’Europa, poi guarderemo dove saremo a fine campionato, e speriamo di fare lo sprint con i più forti ». Su una cosa non ha dubbi, Garcia, e cioè che la sua non è una squadra in difficoltà. «Abbiamo vinto dieci partite e ne abbiamo pareggiate tre, non abbiamo perso e siamo la miglior difesa d’Europa. In ogni partita abbiamo segnato almeno un gol, tranne col Cagliari, dove abbiamo avuto le statistiche migliori della stagione. Ci sono cose da migliorare, come i calci piazzati, ma c’è fiducia totale tra me e i ragazzi, abbiamo ancora fame».
Di mercato non vuole parlare. «Io penso solo alla partita con l’Atalanta, con Sabatini non ho ancora parlato. Ho un gruppo che mi piace, abbiamo giocatori di esperienza e giovani e non saremmo secondi a un punto dalla Juve senza una rosa di qualità. Possiamo fare ancora meglio. A Bergamo sarà una partita difficile come a Udine, ma noi andiamo lì per vincere».
Pallotta ha detto che vorrebbe che Garcia diventasse il Ferguson della Roma. «Tutti siamo legati ai risultati, ma se il presidente dice così si avverte ancora di più la voglia di fare bene. Ho un ottimo rapporto con lui e con la squadra, e la qualità dei rapporti è sempre importante».