(A. Ravelli) Da quel gelido «non si è speso poco ma male» dettato all’Ansa il 3 novembre dalla figlia del suo «presidente per sempre», Adriano Galliani ha provato, ferito e offeso, a fare melina: molte palle in tribuna, frasi di fuoco solo in privato, sorrisi finti nelle serate di gala, fino allo scatto in ripartenza di ieri mattina, che ha irritato, non poco, il presidente Berlusconi. Se, annunciando le dimissioni, Galliani voleva richiamare l’attenzione di Berlusconi e costringerlo a prendere in mano la situazione, aiutando la trattativa sulla buonauscita, allora ha fatto gol. Anche perché, per tutto questo travagliato periodo, il presidente era rimasto in silenzio senza lanciare pubblici segnali di solidarietà al suo vecchio amico. Ma il gol potrebbe anche trasformarsi in un’autorete. La convocazione ad Arcore può servire (scenario numero 1) a convincere last minute Galliani a fare quello che aveva deciso non avrebbe mai fatto, per il bene suo e del Milan: restare fino ad aprile obtorto collo, per traghettare la società nella nuova era. Per ottenere questo, però, il presidente deve aver promesso di tornare a fare, almeno un po’, il presidente: cioè prendere in mano la squadra direttamente, «congelando » in qualche modo la figlia, fino al passaggio di consegne che comunque avverrà. Possibile? Altrimenti (scenario numero 2)succederanno le stesse cose, solo prima, da dopo Natale.
Accelerando la sua uscita Galliani nella mattinata sperava probabilmente anche di cogliere di sprovvista l’altra parte. Che però si è già portata avanti col lavoro. Barbara Berlusconi, aiutata da Elisabetta Ubertini (che ora ha la carica di direttore progetti speciali) e Antonio Marchesi, consigliere d’amministrazione rossonero, ha già riempito un paio di caselle dell’organigramma del Milan che (presto) sarà: Paolo Maldini, che avrà un ruolo di responsabile dell’area tecnica, con possibilità di muoversi anche sul mercato, e Claudio Fenucci (dirigente della Roma) che, con ogni probabilità, sarà l’uomo dei conti. Chi sostituirà Galliani? Nessuno, perché il suo ruolo sarà diviso su più persone: non a caso, la concentrazione di potere nelle mani di un uomo solo (per quanto considerato un grande dirigente) è sempre stata una delle contestazioni di BB alla vecchia organizzazione societaria. Il ritorno di Maldini è una scelta più che mai simbolica: non piacerà agli ultrà (pazienza) con cui il capitano si era lasciato malissimo, con tanto di incredibile contestazione il giorno dell’addio, ma è in grado di rappresentare tutti gli altri milanisti.
Dal canto suo, Paolo non ha mai voluto un ruolo di sola «immagine», per esempio non avrebbe accettato di diventare l’ambasciatore del Milan. Voleva un ruolo operativo e l’ha ottenuto, rinunciando a un’offerta del Paris Saint Germain. A questo punto sembrerebbero in ribasso le quotazioni di Michele Uva, che pare però in uscita dalla Coni Servizi, e di Demetrio Albertini, che per il Milan dovrebbe rinunciare a una carriera federale superavviata. Quanto al direttore sportivo, se la figura non sarà già assorbita dai compiti affidati a Maldini, si fanno i soliti nomi, con Leonardi (ora al Parma) che pare leggermente avvantaggiato sui vari Pradè, Paratici, Bigon.
Certo, a parte Maldini, nessuno degli altri è disponibile da subito. Vanno tutti strappati (pagando) ad altre società. Un problema per i conti, che sono sempre e comunque gestiti da Fininvest, ovvero la parte di famiglia che non è sulle stesse posizioni di Barbara? In queste ore convulse ci si chiede spesso chi farà il mercato di gennaio. Intanto va spiegato che in entrata il mercato di gennaio è già stato fatto: non era comunque in previsione che il Milan prendesse qualcun altro oltre Honda e Rami. Al massimo, ci sarebbe da lavorare in uscita, mandando a farsi le ossa Niang e Vergara. E, in linea teorica, potrebbe pensarci anche Ariedo Braida (per quanto delegittimato da Barbara assieme a Galliani) cui il contratto scade a giugno. Gestito in qualche modo quel che resta della stagione (vedremo se attraverso la difficile coabitazione con Galliani o già a mani libere), poi il nuovo Milan rossonero potrà iniziare per davvero: la prima cosa sarà creare la rete di osservatori per scovare giovani promesse in giro per il mondo. Ad allenarli, ormai si sa, ci sarà Clarence Seedorf: tra due settimane, appena si concluderanno gli impegni del campionato brasiliano, sarà a Milano per i primi contatti con Barbara. E il nuovo Milan prenderà definitivamente forma.