(L. Valdiserri) – Il gol di mago Borriello su assist di mago Florenzi, ben difeso nella mezzora finale da mago De Rossi, ha permesso alla Roma di mago Garcia di: 1) tenere ancora una volta imbattuta la porta di mago De Sanctis; 2)continuare la corsa in campionato con il 100% di punti conquistati; 3) stabilire il record delle 10 vittorie consecutive dall’inizio del campionato, strappandolo alla Juventus di Fabio Capello che conquistò lo scudetto 2005- 2006, poi cancellato dalle sentenze di Calciopoli.
Eccoli i cinque maghi della Roma. Meriterebbero però l’investitura anche tutti gli altri giallorossi, che da un lato stanno facendo sognare la città e dall’altro costringono a equilibrismi arditi, come quello degli stregoni portafortuna, chi soffre a vedere la Roma in testa alla classifica. Rudi Garcia vuole titoli, non record. Va da sé che, facendo i record, i titoli arriveranno. Le cifre aggiornate della Roma sono queste: 30 punti conquistati su 30 disponibili, 24 gol segnati (miglior attacco in comproprietà con l’Inter), un solo gol subito (miglior difesa per distacco), 5 punti di vantaggio su Napoli e Juve, addirittura 11 su Inter e Verona (già battute tutte e due 3-0 in campionato) che occupano lo scomodo quarto posto che qualifica solo per l’Europa League, 12 sulla Fiorentina, 15 sulla Lazio e 18 sul Milan di Allegri che quest’estate poteva sedersi sulla panchina giallorossa. Ma, per fortuna, è poi arrivato Rudi Garcia.
È stata una vittoria difficile, come aveva previsto l’allenatore francese. Ed è successo principalmente per tre motivi: 1) la Roma non è freschissima, avendo usato quasi sempre la stessa formazione, e le assenze di Totti e Gervinho sono pesanti; 2) il turnove r ne c e s s a r i o , con Marquinho per Florenzi e Dodò per Balzaretti (con Torosidis al posto dello squalificato Maicon) non ha dato i risultati sperati sul piano della qualità; 3) il Chievo ha rispolverato per l’occasione un evergreen delle provinciali in trasferta: dieci dietro la linea del pallone, un buon numero di falli soprattutto a centrocampo, perdita di tempo appena possibile. Niente di scandaloso per una squadra che, con quella di ieri, ha perso le ultime sei partite consecutive, però il calcio è un’altra cosa. Sembra quasi che, promosso in serie A l’Hellas, il Chievo abbia esaurito la sua spinta.
Ancora una volta il gol della Roma è arrivato nel secondo tempo: sono 17 su 24, a dimostrazione che la squadra non si perde mai d’animo. È la solidità dei giallorossi a impressionare, anche quando il gioco non è di prima qualità. Ieri sera non tutti sono stati inappuntabili (De Rossi il migliore, Borriello decisivo, Benatia sempre dominante in difesa, Florenzi importantissimo entrando dalla panchina, Ljajic molto cresciuto nella ripresa), ma nessuno si è tirato indietro. Con Borriello sono undici i giocatori diversi andati in gol in campionato. Una squadra intera. Per i primi 45’, con i due esterni d’attacco «alla Zeman », cioè il destro a sinistra (Ljajic) e il sinistro a destra (Marquinho), la difesa serrata del Chievo ha tenuto botta. La Roma raccoglieva calci d’angolo e il primo tempo finiva con una punizione, curiosamente battuta (male) da Dodò e non da Pjanic.
Fondamentale, nella ripresa, l’ingresso di Florenzi che dava un’altra intensità alla squadra: suo l’assist per il gol di Borriello, di testa, in anticipo su Papp appena entrato. Garcia ha chiesto e ottenuto che tutta la rosa della squadra restasse a cena, dopo la gara, nell’area ospitalità dello stadio Olimpico. Meglio evitare di fare le ore piccole, con tutte le feste di Halloween previste nei locali di Roma, visto che la prossima gara è vicinissima: domenica sera, in trasferta, contro il Torino. C’è chi dice che qualcuno, anche tra i dirigenti, abbia festeggiato fin troppo dopo la vittoria di Udine. Verità o gossip, poco importa: ogni particolare va curato con attenzione. Mago Garcia è lì per quello.