(L. Valdiserri) La metà bianconera di Domenico Berardi, talento fumantino classe 1994, esulta due volte al 94’ quando segna per il Sassuolo e per la Juve, che previdentemente ne ha già acquistato il 50%. La Roma, che prima sapeva soltanto vincere, incappa nel secondo pareggio consecutivo, dopo quello contro il Torino. Sono tanti i fattori che portano al risultato che ammutolisce l’Olimpico: 1) Ljajic, che gioca un secondo tempo sontuoso, si divora due gol facili, rendendo difficile il lavoro dei pagellisti, fermo restando che è sempre meglio sbagliare per eccesso che per difetto; 2) con l’infortunio di Borriello (33’, distorsione alla caviglia sinistra) Rudi Garcia fa la collezione di attaccanti k.o.: Totti, Destro, Gervinho, appunto Borriello. Quattro sono troppi per qualsiasi squadra; 3) l’arbitro Giacomelli, inadatto a una partita che riguardava sia l’alta classifica sia la lotta per non retrocedere, scambia per simulazione una spinta di Marrone su Ljajic che poteva essere calcio di rigore (severo ma non alieno al regolamento); 4) il Sassuolo, con una gara prima attenta (5-4-1 per 70’, a difendere persino lo svantaggio) e poi coraggiosa (4-2-4), ha dimostrato la complessità del calcio: la Roma meritava di vincere, gli emiliani non hanno rubato il pari. Tanto più che il gol di Berardi è arrivato sì al 94’, ma sulla stessa azione c’era in precedenza un probabile fallo da rigore di Bradley su Floro Flores.
A Garcia manca da quasi un mese Francesco Totti e, purtroppo per il tecnico francese, i tempi del rientro sono incerti. La Roma, senza il suo capitano, è passata da una media di 3 gol segnati a partita a 1. Questione di classe, di esperienza, di leadership. A differenza del pareggio contro il Torino, però, ieri la Roma ha creato molte occasioni da gol, soprattutto nel secondo tempo, e questa non è una consolazione da poco. Ogni stagione è fatta di momenti. Fino a poco fa alla Roma andava tutto per il verso giusto. Adesso—tra infortuni, errori, arbitraggi, casualità— il vento è cambiato. De Sanctis, che aveva salvato la porta su Pandev in Roma-Napoli (sullo 0-0), ieri ha ripetuto il miracolo su Floro Flores, lanciato da un errore di Burdisso, ma è capitolato (senza colpe) al 4’ di recupero.
La Roma si trova così ad affrontare la prima salita ripida della sua stagione, fin qui comunque straordinaria: 32 punti su 36 disponibili. Starà alla maturità del gruppo di Garcia, ma anche dell’ambiente circostante, gestire la pausa delle nazionali nel miglior modo possibile. Si può scegliere tra due strade. La prima: lamentarsi degli arbitri; gridare al complotto in favore di Juve e Napoli; cadere nella spirale del pessimismo di chi vede nel gol di Berardi la fine della grande favola. La seconda: cercare di recuperare gli infortunati, o almeno di accorciare la loro guarigione;capire, in assenza di Totti, se abbia senso continuare con Borriello centravanti-boa o sia meglio giocare con il «falso nueve»; credere al 100% in Garcia e in un calcio propositivo. Magari senza far uscire Pjanic a 15’ dalla fine.