(L.Valdiserri) Se i fatti avranno la stessa chiarezza delle parole, il 13 novembre 2013 passerà alla storia dello sport italiano come il giorno che ha costruito il futuro. La presenza del premier Enrico Letta e di due ministri (Graziano Del Rio, affari regionali con delega allo sport, e Beatrice Lorenzin, sanità) ha dato un’importanza capitale al Consiglio nazionale del Coni numero 229.
Quattro i filoni principali: 1) la «tolleranza zero» verso i violenti e gli intimidatori(caso Salernitana-Nocerina) che avvelenano lo sport e danno, in Italia e all’estero, una pessima immagine del nostro Paese; 2) l’accelerazione a una normativa sui nuovi impianti—non solo gli stadi per il calcio — che, inserita con un emendamento nella legge di stabilità, possa dare risultati in tempi brevissimi per lo sport di vertice e di base; 3) la creazione di un tavolo di discussione e proposte (Destinazione Sport) che porti, in due anni, a una legge quadro;4) la spinta olimpica verso la candidatura di Roma 2024 (ieri c’è stato un incontro tra il presidente del Coni, Malagò, il sindaco di Roma, Marino, e il suo collega milanese, Pisapia), e il sostegno del Governo promesso alla candidatura di Cortina (Luca di Montezemolo nominato presidente del comitato promotore) ai Mondiali di sci alpino del 2019.
Tutto nell’ottica di una pacificazione sportiva Nord-Sud in un Paese che non ha bisogno di altre divisioni. Quelle che negli stadi di calcio hanno portato alla definizione di «discriminazione territoriale» bastano e avanzano. Il punto più immediato è l’emendamento inserito nella legge di stabilità per risolvere la questione della normativa sui nuovi impianti. In molti— il presidente della Lazio, Claudio Lotito, ieri ha fatto capolino al Coni — leggono solo «stadi di calcio». Non c’è dubbio che sia il centro della questione e il core business, ma proprio per questo non ci sarà il via libera alla cementificazione di nuove aree.
La legge di stabilità permette di superare rischi di incostituzionalità di un decreto legge ed è ancora più veloce nella tempistica. L’obiettivo è ridurre a un anno i tempi per le procedure organizzative, che dovranno passare da Comune e Regione. Sarà aperta la strada per garantire una «sostenibilità economica » ai progetti. Tutti privati, però.L’auspicio del premier è che il primo gennaio ci sia «un quadro normativo per investimenti e ammodernamenti, con strutture che vanno usate tutti i giorni e senza barriere».
Un’aria completamente diversa da quella che si respirava tra il Coni e Mario Monti, che bocciò completamente il progetto Roma 2020 e che vedeva nello sport solo una fonte di problemi. È altrettanto chiaro che lo sport deve migliorare la sua immagine, trovando al suo interno le forze per farlo. Come ha detto Letta: «I nostri figli sanno chi sono i giocatori, anche delle serie minori, e magari non sanno chi è il presidente del Consiglio. Così i messaggi che vengono dallo sport hanno un potenziale enorme». Per fortuna non ci sono soltanto quelli, devastanti, lanciati da Salernitana-Nocerina. Un’idea brillante, ad esempio, è quella del presidente della Lega di serie B, Andrea Abodi: entro il 2020 per iscriversi al campionato cadetto sarà necessario uno stadio dedicato esclusivamente al calcio, senza pista d’atletica o velodromi intorno al campo. Serve rispetto per chi paga.