(A. Pugliese) – «Due mesi fa per molti era ancora incomprensibile il fatto che la Roma avesse speso così tanti soldi per me». Esattamente 16,5 milioni di euro, a cui si potranno aggiungere i 3,5 di bonus variabili. Eppure a quei soldi lì ora non ci pensa più nessuno, perché a 5 mesi dal suo sbarco a Trigoria Kevin Strootman si è dimostrato quello che la Roma si aspettava: un giocatore fondamentale, per alcuni versi anche decisivo. Così tanto che van Gaal a più riprese ha sottolineato come sia il solo, insieme a van Persie e Robben, ad avere il posto già sicuro nell’Olanda che a giugno volerà in Brasile per giocarsi il Mondiale.
PILASTRO ORANGE «È bello sentire il nostro allenatore dire certe cose sul mio conto — dice il mediano giallorosso dal ritiro di Noordwijk — In questa Olanda ci sono tre leader ed io sono il terzo, è logico che sia così. Ma quelle sono parole sulla personalità, non sulle qualità calcistiche». Ieri pomeriggio, a Genk, Kevin ha giocato tutti i 90 minuti dell’amichevole contro il Giappone (2-2), martedì (ad Amsterdam) potrebbe anche riposare nella sfida con la Colombia. «Nel calcio una settimana è tutto perfetto e la settimana dopo, magari, nulla più va come prima. Succede ovunque, anche qui in nazionale: le due ultime partite ufficiali che abbiamo fatto sono state molto buone e si sono chiuse con due vittorie convincenti, contro Ungheria e Turchia, ma se avessimo perso con il Giappone o se faremo male contro la Colombia quelle due gare non conteranno più».
COMPLETO IN TUTTO Del resto, è così anche nei club e la Roma non è immune da questa regola. «A Roma sto bene, ma c’è molta gente che mi telefona solo perché mi ha visto giocare una partita in Italia — continua Strootman —. Forse molte di queste persone dovrebbero almeno vedermi giocare una volta dal vivo». Garcia questo problema non se lo pone, perché lo vede tutti i giorni in allenamento e perché quello che fa Kevin in partita lo sa fare solo lui: pressa per due, attacca ogni pallone, copre le linee di passaggio avversario in fase difensiva e aiuta la manovra offensiva con inserimenti continui. Insomma, il prototipo del centrocampista completo.
ORGOGLIO & JUVE E la sua partenza sprint, ora, ha più di una spiegazione. Ci sono quei 16,5 (ma più probabilmente 20) milioni di euro che gli pesavano sulla testa come una spada di Damocle, ma anche la voglia di dimostrare agli altri campioni della squadra di essere un giocatore vero. «Ho voluto dimostrato subito quanto valevo, vista la presenza in rosa di giocatori dalla classe mondiale come Totti e De Rossi — chiude Kevin — Volevo che loro potessero dire subito: “Oh, questo è Strootman, è davvero buono per noi“». Detto e fatto e se la Roma ora guarda tutti dall’alto, compresa la Juve, parte del merito è anche suo: «Noi veniamo da un sesto ed un settimo posto, ma la Juve a volte sembra una macchina». Già, ma se alla fine sul traguardo arriveranno primi i giallorossi , allora vorrà dire che quei 16,5 milioni saranno davvero benedetti.