(M. Cecchini) – Esterno giorno: Coverciano. Sole pieno, verde brillante, allenamento finito. C’è un gruppo di ragazzi che aspettano gli azzurri appena reduci dall’allenamento. Dopo la doccia escono a gruppetti, tutti ragionevolmente disponibili per gli autografi. Ci vuole un po’, perché foto e autografi fanno montare l’eccitazione, tant’è che ad un certo punto uno degli adulti accompagnatori interviene e dice ad Alessandro Florenzi, che firma pile di autografi senza scomporsi: «Scusi se le facciamo perdere tempo». L’azzurro lo guarda, sorride e risponde così: «Ma scherza? Fossero questi i problemi della vita…». Aveva proprio ragione, perché in fondo sembra essere proprio questo lo spirito con cui il centrocampista della Roma affronta la vita: tutto è una sorpresa meravigliosa. Lo è anche questa amichevole apparentemente inutile contro la Nigeria. Occhio però all’avverbio: apparentemente. Perché da qui all’inizio del ritiro per il Mondiale, a Cesare Prandelli resterà solo un’altra amichevole per decidere i convocati, quella contro la Spagna. E il giallorosso sa benissimo come quel biglietto per il Brasile deve ancora conquistarselo.
Derby Chissà se Florenzi debba chiedere consiglio ad uno dei rivali di stasera, ovvero quell’Onazi – dirimpettaio nella Lazio – che con la Nigeria ha già staccato il pass per l’avventura mondiale. In fondo, avere la prospettiva di un derby all’orizzonte può creare uno stimolo in più dentro un giocatore che stasera taglierà il traguardo della quinta partita in maglia azzurra. Il problema, per il romanista, è quello di avere la tempistica giusta per saper utilizzare la sua adattabilità alle richieste di Prandelli. In Nazionale, infatti, non c’è tempo per aspettare nessuno e quindi una prestazione poco convincente può essere un problema per tutti coloro che devono scalare la montagna delle convocazioni. I sussurri dello spogliatoio azzurro, infatti, raccontano come l’attitudine offensiva coltivata nella Roma di Rudi Garcia, a volte può creare a Florenzi qualche ruggine negli ingranaggi azzurri. Il commissario tecnico, infatti, spesso gli chiede meno profondità e più partecipazione alla manovra del centrocampo della Nazionale. Di sicuro Alessandro ha nel suo bagaglio le doti per fare sia l’uno che l’altro, ma l’importante è appunto la tempistica, cioè il saper fare la cosa giusta al momento giusto.
Carpe diem Insomma, nella tana di un Fulham in cui ex giallorossi parlano di Roma con grande affetto (Riise) oppure poca nostalgia (Stekelenburg), Alessandro Florenzi sa bene come stasera al Craven Cottage passi un vascello importante che potrebbe portarlo in Brasile. Per questo lasciarlo passare senza salirvi sarebbe malinconicamente pericoloso.