(A. Pugliese) – Probabilmente, tra i video di Destro che Garcia ha studiato per il suo rientro (tra i convocati) c’è anche Roma-Torino del 19 novembre 2012, quando Mattia subentrò nella ripresa per Totti. Quella partita la Roma la vinse 2-0, ma non riuscì a festeggiare per la «lesione legamentosa al compartimento esterno della caviglia destra» di Erik Lamela (fine primo tempo, Erik giocò fino alla fine). Due giorni prima, sullo stesso campo si era giocato il test-match tra l’Italia del rugby e gli All Blaks e il fondo dell’Olimpico ne aveva risentito. Molto. Tra le tante preoccupazioni di Garcia (e dei giocatori) per domani c’è anche questa, di non farsi male vista la probabili «gibbosità» ed «irregolarità» del fondo di gioco .
SCELTE STRANE «Questa è almeno una programmazione bizzarra, se non strana», dice il tecnico della Roma, riferendosi allo spostamento di Roma-Cagliari a domani sera, per far disputare ieri Italia-Argentina. «Speriamo di poter giocare bene, ma per farlo la palla da calcio ha bisogno di rotolare sul campo, cosa di cui non ha invece bisogno quella da rugby». Et voilà, il piatto è servito. Il concetto di Garcia è però semplice: se proprio si doveva fare, era meglio invertire l’ordine delle partite e giocare prima Roma-Cagliari. «Anche perché non ho mai visto giocare sullo stesso campo una partita di rugby due giorni prima di una di calcio. È un peccato, perché con questa pioggia già si sa che il campo non sarà in buone condizioni. Ma se con il Cagliari faremo tutto bene, lunedì sera saremo ancora in vetta».
AFFITTACAMERE Anche per questo ieri Garcia ha deciso di accettare l’invito di Jacques Bruniel e andare all’Olimpico, in modo di rendersi conto personalmente delle condizioni del prato. «Poteva andare peggio», ha detto alla fine, dopo aver ricevuto delle rassicurazioni da parte del Coni su come l’erba verrà trattata fino a domani sera. «Probabilmente Garcia ha ragione, ma io non posso dire perché è successo — dice il presidente del Coni Giovanni Malagò —. Il Coni su questa partita non c’entra nulla e non perché ce ne laviamo le mani, ma perché è un dato di fatto: non è un nostro capriccio, siamo obbligati a farlo, in pratica facciamo gli “affittacamere” dello stadio». Già, ma se i lavori al Flaminio fossero andati avanti come promesso nel 2010, la situazione ora sarebbe diversa e il rugby giocherebbe altrove .
NEL 2014 Insomma, se il brivido per Garcia è vincere la partita con i sardi per tenere la Juve a distanza, per i giocatori c’è la paura di farsi male, memori proprio di quanto successo a Lamela. Il problema, tra l’altro, si riproporrà anche nel 2014 in occasione di Italia-Scozia (22 febbraio, giorno di Lazio-Sassuolo) e Italia-Inghilterra (15 marzo, prima di Roma-Udinese). Magari, da qui a tre mesi si sarà trovata una soluzione, anche se in Italia tre mesi sono come tre ore…