(C. Zucchelli) – I sogni ai tifosi, la realtà, quella della Juventus a un solo punto, a lui. Lui è Rudi Garcia che a France 2 predica calma e concretezza: «Non cedo all’ottimismo, anche se capisco i sogni della gente. Però noi abbiamo vinto 10 partite e abbiamo pareggiato le altre 2, eppure la Juve è distante soltanto un punto. I bianconeri – chiarisce il tecnico – come il Napoli, sono stati costruiti per vincere lo scudetto, noi non siamo a quel livello, per prima cosa dobbiamo finire tra le prime cinque e ritrovare l’Europa, magari proprio la Champions che è la competizione più magica».
Al lavoro Alla vigilia della ripresa degli allenamenti, Garcia racconta quella che è stata la sua ricetta: «C’era uno spirito negativo che non mi piaceva. Sapevo perché: la squadra non si era qualificata per le coppe e aveva perso la Coppa Italia contro i nemici di sempre. Io ho pensato a lavorare: per prima cosa ho cercato di coinvolgere i calciatori nel progetto di gioco. Poi – continua – li ho voluti motivare per ridare autostima. Il mio futuro? Sto bene alla Roma, mi comporto come se dovessi restarci per sempre».
La sorpresa Visti i risultati finora ottenuti, Garcia ha centrato gli obiettivi. E la conferma, sempre alla tv francese, arriva da Benatia e De Sanctis: «In estate Totti diceva che si stupiva di tutti gli allenamenti fatti col pallone, ma era contento visto che Garcia si stava rivelando una sorpresa – racconta il difensore marocchino –. Quando abbiamo scoperto i suoi metodi abbiamo capito che è un sogno avere un allenatore così». Se Benatia parla di calcio, De Sanctis invece si concentra sull’aspetto psicologico: «La sua più grande capacità è quella di entrare nella testa dei giocatori. Ci ha trasmesso fiducia». I segreti? Uno lo confessa proprio Garcia: «Imparare la lingua. Era importante, una questione d’onore».