(C.Zucchelli) Nessuno, a Trigoria ma soprattutto a Boston, dopo il 26 maggio lo avrebbe mai creduto possibile. Troppo forte la delusione per la Coppa Italia persa per pensare che la media spettatori dell’Olimpico dopo 5 giornate sarebbe stata uguale se non maggiore a quella delle due stagioni precedenti.
La partita di domani è la ciliegina sulla torta, visto che sono attesi almeno 50.000 spettatori, eventuale record stagionale, finora detenuto dal big match contro il Napoli: 45.913.
La festa Fin dal primo giorno dopo TorinoRoma è apparso subito chiaro come la partita col Sassuolo potesse diventare una festa di pubblico. Il settore famiglia (oltre 5.000 posti, di cui almeno la metà occupati da bambini) è andato esaurito in pochi giorni, così come gli altri settori popolari. Finora sono quasi 20.000 i tagliandi venduti, che sommati ai circa 23.000 abbonati portano a 43.000 le sicure presenze allo stadio. Oggi e domani (botteghino allo stadio aperto fino al fischio d’inizio) sono i giorni di vendita più caldi e arrivare a quota 50.000, come mai accaduto quest’anno nonostante due big match (Lazio e Napoli), non è un miraggio.
Grazie Roma Il merito è tutto di Garcia e della squadra, autentici trascinatori di una tifoseria uscita a pezzi da due anni di agonia: «Dobbiamo ringraziare loro», sussurrano a Trigoria, dove sanno che le vendite dei biglietti per le singole partite stanno bilanciando il calo di abbonamenti (circa 3.000) rispetto a un anno fa. Dopo 5 partite la mediaspettatori con Luis Enrique era di 38.450. con Zeman di 40.640, con Garcia è di 39.760, che però sarebbe più alta (42.610) se la Sud non fosse stata chiusa nella prima giornata.
Hungry for glory I tifosi si sono messi alle spalle, oltre alla finale di Coppa, anche i prezzi dei biglietti aumentati (per volontà del management americano e non di quello italiano), lo scetticismo iniziale per Garcia. La squadra, dal canto suo, ha deciso di sposare anche «Hungry for glory», la frase che guida la campagna abbonamenti. Morgan De Sanctis infatti prima di entrare in campo, nello spogliatoio carica così i compagni: «Daje, nessuno ha più fame di noi».