(M. Cecchini) – Ieri -vent’anni fa – la Bosnia invadeva i telegiornali di tutto il mondo. In realtà, la sporca guerra balcanica aveva già messo da tempo il Paese martoriato al centro delle cronache, ma il 9 novembre 1993 la distruzione del ponte di Mostar – molto più che una semplice opera d’architettura, molto più che una semplice testimonianza storica – parve trascinare tra le macerie anche le speranze di pace. Vent’anni più tardi, se sangue e lacrime hanno fatto fatica ad asciugarsi, la Bosnia però è di nuovo sotto i riflettori, anche se per fortuna nelle sezioni sportive. In vetrina la storica qualificazione al Mondiale, ovviamente, ma anche le imprese della Roma capolista, visto che c’è un minimo comun denominatore, Miralem Pjanic, ieri infatti protagonista di un documentario di una tv bosniaca in visita a Trigoria.
UOMO OVUNQUE Nessuna sorpresa, d’altronde. Con l’arrivo di Rudi Garcia il centrocampista è diventato indispensabile nello scacchiere giallorosso. In settimana, infatti, l’allenatore francese lo ha provato nel ruolo abituale di interno della mediana, ma anche da regista, da attaccante che parte dalla fascia sinistra e persino da finto centravanti. Una cosa è certa: da quando la Roma deve fare a meno di Totti causa infortunio, l’unico che pare in grado di illuminare il gioco sembra essere Pjanic, che per parte sua si mette a disposizione. «Io gioco dappertutto – ha spiegato a Sky – ma se posso scegliere preferisco partire dal centrocampo».
RITMI ALTI Vantando questa forma, ovvio che il bosniaco sia ottimista per il match di contro il Sassuolo. «Possiamo proseguire su questi ritmi. Noi proviamo a vincere ogni partita. Fino alla fine lotteremo per i primi tre posti. Speriamo che la sfida tra Napoli e Juve finisca in pareggio, sarebbe un bel risultato perché noi vogliamo allungare, ma entrambe sono squadre con grandi organici e restano le favorite. Garcia? Quando abbiamo parlato di obiettivi mi ha fatto sapere che mi vuole in squadra per darmi un ruolo importante. Me lo devo meritare, naturalmente, ma ho sentito la fiducia, è un allenatore che vuole farmi crescere. Il mio contratto? Mi scade fra un anno e mezzo. Vediamo quello che succederà. Sto bene qui, la società lo sa e sa quello che penso io».
CASO LJAJIC Insomma, un Pjanic sempre più indispensabile, e per questo pronto a giocare oggi anche in attacco. Motivo? Un leggero affaticamento muscolare alla coscia accusato da Ljajic. A Trigoria, però, raccontano di come l’attaccante in settimana si sia educatamente lamentato per lo scarso utilizzo che ne sta facendo Garcia, anche se l’entourage del giocatore smentisce. Comunque, resta il fatto che domenica scorsa a Torino, ad esempio, il francese ha preferito giocare con una sola punta di ruolo e far entrare Ljajic solo a partita in corso (risultando peraltro tra i migliori in assoluto). Motivo in più, quindi, per attendere la sfida col Sassuolo con grande curiosità e una certezza di fondo: in qualsiasi posizione giochi, a guidare sarà Pjanic. Guai ad attraversare la strada.