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Ljajic Castan

(C. Zucchelli) Strano destino, quello di Adem Ljajic. Da quando è arrivato in Italia si è trovato quasi sempre in contrapposizione con altri attaccanti: a Trigoria se la deve vedere con Gervinho e Florenzi, a Firenze il suo alter ego è stato Alessio Cerci. Lo ritroverà stasera da avversario, dopo che la Fiorentina li ha lasciati andare via entrambi: Alessio Cerci nel 2012, Adem qualche mese fa. Il primo è il vice capocannoniere del campionato con 7 reti, il secondo è fermoa 3, realizzate tutte partendo dalla panchina:«Ma questo è casuale – assicura Garcia –. Ljajic ha avuto qualche problema fisico all’inizio della stagione, ma adesso è pronto ed è uno che sa prendersi le sue responsabilità».

Tripletta Alla terza partita di fila da titolare, cosa che non gli capitava dai primi di maggio, Ljajic è un po’ in debito d’ossigeno, come ha ammesso lo stesso Garcia. Comprensibile. Ma il tempo per riposare, con Totti e Gervinho ancora ai box (per non parlare dell’assenza di Mattia Destro) non c’è e magari per il serbo è pure un bene. Al Torino ha segnato ad aprile, proprio nella prima delle tre partite di fila giocate con la Fiorentina sul finire dello scorso campionato. Quattro a tre il risultato finale, ottenuto anche grazie alla sua splendida punizione spedita sotto l’incrocio: «Uno dei gol più belli della mia carriera», disse lui stesso a fine partita. La sua speranza è che sia di buon auspicio per stasera, considerando che quasi dopo ogni allenamento resta in campo per provare e riprovare tutti i calci piazzati.

Responsabilità Senza Francesco Totti, l’onere dovrà dividerlo con Miralem Pjanic. Un altro che, come lui, adora calciare da lontano. Il bosniaco aveva come maestro Juninho Pernambucano, il serbo è cresciuto tanto grazie a Montella, che gli diceva: «Non mirare l’incrocio, ma il portiere. Così la palla all’incrocio ci arriva». Detto, fatto. Basta vedere, appunto, il gol con il Torino sei mesi fa. Nella Fiorentina divideva responsabilità e movimenti con Jovetic, a Trigoria sta imparando a fare lo stesso grazie ai consigli dei collaboratori di Garcia, che gli stanno insegnando a lavorare sulla tattica per sfruttare il suo talento.

Feeling Talento che ha stregato da subito Garcia, tanto che quando Sabatini a fine agosto gli ha prospettato l’idea di prenderlo, il tecnico francese ha risposto con una sola parola: «Magari». Ljajic ha sentito la fiducia e, per questo rispetto al passato non si è fatto abbattere dalla concorrenza. Il padre gli ha consigliato di stare calmo, aspettare il suo momento e sfruttare il feeling con l’allenatore, i compagni lo hanno subito coinvolto, i tifosi gli hanno fatto dimenticare in fretta i fischi del Franchi. E poi ci sono state le dieci vittorie, che, se mai ci fosse stato ancora qualche dubbio, hanno messo a tacere qualsiasi malumore.

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