(V.Piccioni) Velocità di procedure per la costruzione sì, case no,tanto meno in aree «non contigue» all’impianto. Il taglia e cuci del ministro Graziano Delrio riscrive il tormentatissimo «emendamento stadi» cancellando la bozza che aveva scatenato un putiferio. Anche se i mal di pancia non sono finiti, e si lavora ancora su ulteriori modifiche, il testo dovrebbe essere vicino all’imbarco sul traghetto della Legge di Stabilità. D’altronde le parole di Delrio, che con gli Affari Regionali ha anche la delega dello sport, non sono più interlocutorie. L’emendamento, però, sarà dei relatori di maggioranza e non del Governo, che comunque lo farà suo accogliendo qualche nuova correzione.
NIENTE CASE Delrio ha lavorato di notte e ieri mattina ha preso tutti in contropiede. Niente «vedremo» e «rifletteremo», ma un testo ufficiale. Escono gli «insediamenti edilizi o gli interventi urbanistici». Restano «interventi su impianti sportivi e su annessi funzionali, commerciali e di servizi». E le famose «compensazioni» per incentivare chi costruisce? Si può presentare «a corredo» un «piano contenente presupposti, condizioni e interventi da definire in accordo con la pubblica amministrazione». Ma Delrio sottolinea che questo rientrerà nella normale dialettica costruttore-società/Comuni. Cioè sulle «compensazioni» edilizie, «il governo non darà nessuna procedura accelerata». Resta, invece, la velocità. In 14-15 mesi si esaurirà tutto l’iter dei permessi. Tuttavia nel nuovo testo si definisce l’obbligatorietà da parte dei Comuni della Conferenza dei servizi: scompare dunque quell’«ove occorra» della prima versione.
«RISTRUTTURATE» Un altro cambiamento riguarda le aree. Il ministro dell’Ambiente Orlando aveva detto: «Mettiamo in relazione il provvedimento con il ddl sul consumo del suolo». Cioè: niente nuovo suolo, riqualifichiamo il vecchio. E così nella nuova versione si scrive che gli «interventi saranno realizzati prioritariamente mediante recupero di impianti esistenti».
BUON SENSO Intanto c’è chi continua a dire no: Roberto Morassut, il deputato Pd che è stato il primo critico dell’emendamento, si domanda: «Cambiamento importante, ma perché con le carceri che scoppiano un provvedimento solo per gli stadi?». E le società? Esce allo scoperto, ma guardando alla «bozza» e non alla nuova versione, il presidente della Lega di A, Maurizio Beretta: «Il testo era di grande equilibrio. Ogni investimento sarebbe stato valutato e autorizzato da tutte le istituzioni pubbliche nella Conferenza di servizi». Il presidente del Coni Malagò parla di una «mediazione fra persone di buon senso». Mediazione faticosissima.