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IL FATTO QUOTIDIANO Roma, è finita la fuga. Ora comanda la Juve

Rudi Garcia

(R. Beccantini) – Già fatale a Zeman, il Cagliari blocca la Roma e consegna il primato alla Juventus. Zero a zero all’Olimpico. Il vento è cambiato: palo di Gervinho, al rientro, quattro grandi parate di Avramov contro due di De Sanctis, diciannove calci d’angolo. Panchine bollenti: espulsi Garcia e Pulga, il vice di Lopez. I numeri spiegano la svolta: dieci successi, e poi tre pareggi (Torino, Sassuolo, Cagliari). Brillante per un tempo, la banda Pjanic si smarrisce alla distanza. Classifica: Juventus 34, Roma 33, Napoli 28, Inter 26, Fiorentina 24.

VELENI. Il Milan è una santa Barbara. Non ha battuto il Genoa neppure con l’uomo in più. E Balotelli non segna più nemmeno su rigore. Gli ultras continuano a rimproverare ai giocatori l’unica cosa che ci mettono: l’impegno. Riserva al Real, nei nostri cortili Kakà sembra un marziano. E Allegri? Rimane, per forza: c’è il Celtic in coppa. E poi sarebbe come sparare sulla croce rossa. Berlusconi ha deciso: una decadenza alla volta. Nel frattempo, mai visto un Galliani così pacioso e sorridente. Mica è più suo, il Milan.

TORMENTONE. Cassano, 31 anni, ha toreato il Napoli. Centesimo gol in serie A e dieci chili in meno (sì, dieci). Aspettando che torni Totti, per tenere sotto pressione il ct Prandelli va bene anche il «pibe» di Bari. Chi comincia: Cassano merita o non merita di andare in Brasile?

SCHEMI. Sono importanti, certo. A patto, però, di non trasformarli in dogma. Prendete il 4-2-3-1 del Napoli: spopola in Europa, un po’ meno in Italia, come documentano le sconfitte con Juventus e Parma. Il contenuto fa aggio sul contenente, sempre. Possibile che Benitez sia diventato improvvisamente un pirla? Se mai, è proprio Pirlo la rotella che gli manca. Questa sera, Champions a Dortmund: fuori uso Hamsik, con il Borussia decimato e stracciato dal Bayern basta un punto. Sarà dura.

SVEGLIA. Dopo il 4-2 di Firenze, la Juventus ha cambiato marcia e raccolto cinque vittorie in altrettante partite, con un saldo-gol di dodici a zero. Dopo il 7-0 dell’Inter, il Sassuolo, ultimo a quota zero, si è guardato in faccia, ha confermato Di Francesco e ritoccato l’assetto. Morale: 13 punti in nove gare, due dei quali sfilati, in trasferta, al Napoli e alla Roma capolista. A proposito: l’Atalanta è stata sistemata dalle reti di Berardi (classe 1994) e Zaza (1991). Beata gioventù.

EREDE. Si chiama Romelu Lukaku, ha 20 anni. Il Chelsea di Mourinho l’ha girato all’Everton, in prestito. Belga di origini congolesi, può diventare il nuovo Drogba. Cerca il gol come una missione, e considera il lavoro sporco un servizio e non una seccatura. Sabato, nel 3-3 con il Liverpool, ha firmato una doppietta. Occhio al Belgio bianco-nero di Lukaku e Hazard. Potrebbe essere una delle grandi sorprese ai prossimi Mondiali.

GOLLONZI. Quanto è difficile il mestiere di portiere. Non so se avete presente Boruc, polacco, 33 anni. Ex Celtic e Fiorentina, gioca nel Southampton, la squadra di Osvaldo. Contro lo Stoke City prese un gol dal suo “o m ologo”, Begovic: novanticinque metri di rinvio. Contro l’Arsenal, ha tentato di dribblare Giroud fino a esserne rapinato e “uccellato”. Brindo al ventunenne Mattia Perin, il primo portiere italiano ad aver parato un rigore di Balotelli.

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