(A.Angeloni) – Ci sono due partiti a Roma. Il primo pensa che per questa Roma sia più importante Gervinho; il secondo che, invece, sia ancora quello stagionato ma sempre affidabilissimo calciatore che risponde al nome di Francesco Totti. Garcia di sicuro ne creerà un terzo: quello del “meglio averceli tutti e due”. Aggiudicato, scontato. Per adesso il tecnico della Roma si gode il rientro di Gervais, che oggi riavrà a disposizione in campo, insieme con tutti gli altri che sono pronti a giocare lunedì contro il Cagliari. All’ivoriano, dopo la partita disputata sabato (ottanta minuti) contro il Senegal, Garcia ha concesso un paio di giorni in più di riposo. Il calciatore è rimasto nel suo paese per sbrigare alcune questioni in sospeso e ieri pomeriggio si è ripresentato a Trigoria, fresco come una rosa. Un controllo veloce veloce (l’infortunio era al retto femorale), poi unsemi lavorodi scarico in palestra. Niente di più, guai a sovraccaricarlo, ora che sta bene. Il responso ai controlli è stato positivo: Gervinho è guarito ed è di buon umore: per la qualificazione al Mondiale, questo è ovvio, ma pure perché potrà riprendersi il posto nella Roma.
IL BRACCIO DI FERRO Rudi ha provato a trattenerlo in Italiama non è stato possibile: troppo forte la volontà del calciatore, troppo anche quella della Federazione ivoriana che vede in Gervinho un diamante prezioso, una specie di Messi. Boom. A Leo lo ha paragonato la stampa ivoriana, per amore di verità. E per questo il suo infortunio ha rischiato di diventare un caso diplomatico. Basti pensare che nell’ultimo mese si sono mossi più volte verso Roma sia il c.t Lamouchi («uno delle sue qualità non esiste», ha detto il francese un po’ alla Garcia) sia il fisioterapista della Nazionale per sincerarsi delle sue condizioni. Garcia ha lasciato fare, non poteva opporsi. Si è fidato e ora la nazionale glielo ha restituito a mille. In Africa Gervinho concorre per diventare il giocatore dell’anno. Con lui anche Benatia è candidato a questa specie di Pallone d’Oro della Caf. Gervinho adesso si rimette a cavallo della Roma (o viceversa) dopo quella maledetta (per lui e per Totti) partita con il Napoli (la famosa vittoria di Pirro del tecnico). Dopo quella sera la Romaharallentato. Senza lui e il capitano i giallorossi hanno segnato col contagocce (un gol a gara, rispetto ai 2,75 dimediaconlui incampo)e tirato anche meno in porta (da 6,1 a 2,7). In attesa del rientro di Totti, per lui ci vorrà qualche settima in più, Garcia si gode Gervinho e già pensa aun tridente anti Cagliari con l’ivoriano Ljajic e Florenzi.
L’INFIAMMATO Se per Totti, ormai è chiaro, bisognerà aspettare i primi di dicembre,Garcia spera nel recupero di Destro già per lunedì e così come in quelli di Borriello, Balzaretti e Benatia. Per tutti e quattro aleggia a Trigoria un certo ottimismo. Chi è tornato un po’ malconcio è Daniele De Rossi che, a Trigoria ieri pomeriggio (era esentato dal lavoro del mattino), è stato visitato dai medici. L’alluce sinistro fa male: lieve infiammazione post-traumatica, recita il bollettino. Per lui l’ottimismo è un po’ più moderato. Florenzi, altro nazionale di rientro, si è visto a Trigoria la mattina. Stasera tocca a Maicon.
PANNES, LA RIVINCITA Con un tweet, Mark Pannes, si toglie qualche sassolino. «Agosto 2013: i critici non vedevano le strategie della Roma, attaccavano il mercato estivo. Ops. Oggi: 10 vittorie, 2 pareggi, 0 sconfitte. 32 punti. Primo posto». Ottimo. «Ora i critici non vedono il progetto dello stadio della Roma,lo attaccano con un design ancora non svelato e un masterplan non annunciato». La vendetta è consumata, non vedeva l’o