(U. Trani) – Si guardano a lungo Prandelli eBuffon prima di rispondere alla domanda che, per la verità, non è nemmeno perfida. Anzi quella del giornalista tedesco sembra più una considerazione scherzosa. Nessuno dei due ricorda l’ultima sconfitta dell’Italia contro la Germania. Da loro è considerato il derby d’Europa, anche se poi gli azzurri, quando è tempo di mondiali o europei, sono il peggio che gli possa capitare davanti. La nostra nazionale non perde contro questa rivale antica dal ’95, amichevole a Zurigo (2-0). In casa addirittura da 27 anni, dall’86, anche quella un’amichevole, ad Avellino (1-2). Ct e capitano restano zitti. Prima di dire: «Noi non c’eravamo». Gigi, però, ammette:«Dietro questa sfida c’è la storia e il presente di due grandi con radici che affondano nel calcio che conta, a livello internazionale. Siamo orgogliosi di essere una delle due». A ognuno la sua bestia nera. Per il portiere è «il Brasile che ultimamente non siamo mai riusciti a superare», anche se forse sarebbe più giusto citare la Spagna.
DUE CT IN SINTONIA
Joachim Loew stasera festeggia a San Siro la centesima panchina con la nazionale, mentre Prandelli ancora non ne conta cinquanta (questa è la numero 49). Il ct tedesco apprezza molto il lavoro sul campo del collega italiano. «È un amico e anche per questo ha speso belle parole. C’è grande stima tra noi. Ha ragione quando dice che l’Italia è la patria del tatticismo. Noi cambiamo più volte durante una partita e sarà così anche contro la Germania che non si può pensare di affrontare con un unico copione». Il match di San Siro cattura spontaneamente l’attenzione della nostra nazionale. «Basta il nome della Germania per avere la concentrazione ideale: questa avversaria negli ultimi anni è cresciuta tantissimo. Oltre alla qualità, adesso ha fantasia ed è concreta. Da sempre mostra serietà ed è tra le più forti al mondo. Bisogna capire quali sono i suoi punti deboli»chiarisce il ct azzurro che già pensa all’avventura in Brasile. L’elogio di Loew è sintetico: «Italiani illusionisti e furbi». Oppure: «Lupi travestiti da Agnelli». Prandelli replica, chiamando in causa l’ultimo successo, a Varsavia, nella semifinale di Euro 2012: «Non so se questa definizione sia giusta, quando vinci va bene qualsiasi etichetta. Noi siamo ormai abituati a giocare a viso aperto. Nemmeno all’Europeo abbiamo speculato su nulla: l’ultima gara con la Germania è stata entusiasmante. Solo qualche rischio all’inizio, ma poi il gioco lo abbiamo comandato noi. Non so dire ora quale sia lo spread tra il calcio italiano e quello tedesco: ma so che la nazionale è in grande condizione psicofisica. Li affronteremo senza alibi. E vedremo sul campo quale è la differenza».
SEMPRE PIÙ CAPITANO
È la notte della sua presenza numero 138. Buffon, tra ricordi e certezze, accetta quanto detto dal ct tedesco: «Sappiamo che tra le doti del nostro popolo c’è l’ingegno. Noi lo tiriamo fuori quando siamo in difficoltà o al momento di sfidare un avversario temibile: ingegno e furbizia vanno a braccetto». Insomma è la solita Italia-Germania che si porta dietro la partita infinita del ’70 all’Azteca e quella più recente del 2006 al Westfalenstadion. Due semifinali mondiali vinte dagli azzurri: «Due gare epiche. Quella di Città del Messico è ineguagliabile per le emozioni date dal punteggio, quella di Dortmund è irripetibile perché, nel loro stadio, siamo riusciti a vincere ai supplementari con una forza d’animo incredibile». In amichevole, il 1° marzo del 2006 a Firenze, il 4 a 1 che fece crescere l’autostima del gruppo di Lippi che poi alzò la coppa a Berlino. «Mancavano pochi mesi al mondiale, stavolta invece siamo ancora lontani».
NIENTE ROSSI
«Le critiche gli hanno fatto bene: mai visto Mario così bene» garantisce Prandelli, che ha avuto con lui un chiarimento tattico a fine allenamento. Balotelli decise la semifinale dell’Europeo con due reti. Stasera farà coppia con Osvaldo: l’ultima volta contro la Repubblica Ceca, a Torino il 10 settembre, nella ripresa della gara che certificò la qualificazione mondiale. Rossi andrà in panchina, come De Rossi: quindi non vedremo nè il tandem d’attacco per il Brasile, nè l’Italia migliore. Torna titolare Barzagli, assente nelle prime cinque gare di questa stagione. La difesa azzurra ne ha risentito: 7 reti.