(M. Ferretti) – Lunedì prossimo si ricomincia, Roma all’Olimpico (ore 20,45) contro il Cagliari. Rispetto alla partita contro il Sassuolo, Rudi Garcia dovrebbe recuperare per la difesa Mehdi Benatia. Il condizionale, come si dice, è d’obbligo perché il marocchino non sta bene, ha un problema al polpaccio e la sua presenza – al momento – è parecchio in dubbio. C’è una settimana di tempo, però, per tentare di recuperarlo. E Rudi spera che lo staff medico possa rimetterlo in piedi in tempo utile. Se Benatia dovesse essere a disposizione, Garcia tornerebbe ad avere la coppia di centrali, Benatia-Castan, che ha spopolato nelle prime dieci giornate di campionato con dieci vittorie di fila e un solo gol al passivo.
POCHI TIRI, POCHI GOL
I gol beccati da De Sanctis sono diventati 3 ma, nonostante questo, la Roma continua ad avere la miglior difesa del campionato. Un dato mostruoso, 3 gol in 12 partite, e 9 gare chiuse con la porta inviolata. Un’ottima tenuta difensiva confermata da una singolare statistica: sono stati solo 34 i tiri subiti dalla Roma nello specchio della propria porta. Cioè, 2,83 a partita. Anche perché la Roma, grazie a questa difesa (quasi) impenetrabile, è la sola squadra del campionato a non aver mai perso. Dando un’occhiata al passato, va ricordato che solo un’altra volta la Roma non aveva subito sconfitte nelle prime 12 giornate di campionato, nella stagione 2003-04, chiusa al secondo posto alle spalle del Milan. La Roma, attraverso il proprio sito internet, ieri ha tenuto a sottolineare alcuni significativi dati. «Nei campionati scudettati – ’41-’42, ’82-’83 e 2000-2001 – nello stesso arco di partite, l’imbattibilità venne a cadere in tutti e 3 i casi. Nel ’41-’42 la Roma fu sconfitta alla quarta dal Genoa per 2-0. Nell’82-’83 furono 2 i passi falsi: contro la Sampdoria alla terza (0-1) e contro la Juventus alla settima (1-2). Nel 2000-2001 un ko alla quarta con l’Inter (0-2)».
Pur essendo, numeri alla mano, il miglior reparto della Roma, la difesa è anche quello maggiormente migliorabile sul mercato. E ipotizzare che in gennaio il ds Walter Sabatini ci metta le mani non è assolutamente campato in aria. Per dirne una, De Sanctis avrebbe bisogno di un “secondo” alla sua altezza. Per ora ci sono l’inesperto Skorupski e Lobont che, chiamato a giocare l’altra sera con la Romania contro la Grecia, ha beccato in novanta minuti gli stessi gol che ha subito Morgan in 12 partite, cioè tre. Al centro, Burdisso quando è stato chiamato a giocare, contro Torino e Sassuolo, ha fatto rimpiangere prima Castan e poi Benatia, entrambi squalificati. Il fatto che sia Jedvaj che Romagnoli non sono mai stati presi in considerazione (sono gli unici della rosa rimasti a zero secondi) spinge a pensare che lì in mezzo ci sia necessità di qualcosa di meglio, se si hanno ambizioni davvero importanti.
OCCHIO ALLE FASCE
Stesso discorso per la corsia di sinistra, dato che Dodò continua a non convincere. Sperare che Balzaretti stia sempre bene, e in forma, non appartiene ad una programmazione mirata: ecco perché anche in quel settore le cose potrebbero essere migliorate. Dall’altra parte, a disposizione di Rudi ci sono Maicon e Torosidis e, quindi, grossi ritocchi non servono, a patto che sia il brasiliano che il greco si facciano trovare sempre pronti e concentrati. E che non pensino troppo in anticipo al mondiale brasiliano (Toro è a un passo dalla qualificazione, Maicon già sta lì). Nei giorni passati, proprio per la difesa, sono stati fatti un sacco di nomi, dal brasiliano Abner (Coritiba) al tedesco di origini nigeriane Aogo (Schalke 04) fino a D’Ambrosio (Torino). Conoscendo Sabatini, però, occhio alle sorprese.