(S.Carina) Il suo gol, al termine di un’azione che sembrava nata più da uno schema di calcetto che di calcio, lo ha fatto finalmente sorridere. Alzi la mano chi, prima di ieri sera, aveva mai visto in campo Strootman abbozzare un sorriso. Anche a Parma, quando aveva attentato all’incolumità di Mirante segnando un rigore alla Di Bartolomei, era rimasto pressoché impassibile. E invece al gol contro il Toro, l’olandese ha abbozzato un sorriso, seguito poco dopo da un gesto con la mano destra, a mimare un papero oppure qualcuno che parla. O straparla. Chissà cosa volesse intendere. A pensarci bene di chiacchiere sul suo conto ne sono state fatte tante. Soprattutto all’inizio quando in molti nemmeno lo conoscevano. La prima domanda che gli venne posta a Riscone di Brunico, il giorno della sua presentazione, fu: ma non sono troppi i venti milioni pagati per lei? Lui, inarcando le ciglia, rispose di no, senza nemmeno aspettare la fine della traduzione della domanda.
Strootman è così: deciso, sicuro e in campo non ha paura di nessuno. Anche ieri sera, gol a parte, è stato insieme a Pjanic e Ljajic uno dei più lucidi della squadra. Ha capito, dopo un primo tempo dove Balzaretti era andato più volte in sofferenza con Cerci, che doveva abbassarsi e aiutarlo. Nella ripresa l’ex giallorosso ha poi segnato, anticipando proprio il difensore ma in quell’occasione Strootman poteva poco o nulla. Per il resto, l’attaccante nativo di Valmontone quando l’olandese ha iniziato a girare dalle sue parti non ha più trovato quella continuità nelle giocate che per 20 minuti aveva messo in seria apprensione la retroguardia giallorossa.
IN CRESCENDO Più passano le giornate e più Kevin cresce di condizione e di pericolosità. A Udine la vittoria era nata proprio dai suoi piedi, bravo a temporeggiare, ad aspettare la sovrapposizione di Ljajic e il rimorchio di Bradley nell’azione del gol. Ieri ha chiuso imparabilmente per Padelli l’uno-due tra Balzaretti e Pjanic. Nella Roma che nelle ultime tre partite ha faticato a trovare la rete, Strootman può rivelarsi l’arma in più. Quella imprevedibile che ti può punire con il tiro dalla distanza oppure con l’inserimento come accaduto contro il Torino. L’olandese è oramai diventato l’emblema della cattiveria agonistica. «Un vero peccato non aver vinto, ma dobbiamo essere forti e lavorare duro per ottenere i tre punti alla prossima occasione», il suo tweet post partita.