(M. Macedonio) – Considera casuale il risultato, Rudi Garcia, vista la grande mole di gioco prodotta per tutti i novanta minuti, ma ammette che c’è ancora da lavorare, e che in certi casi, se proprio non si può vincere, è importante perlomeno non perdere, soprattutto se la condizione dei propri giocatori non è per tutti allo stesso livello. E’ un Garcia, però, ancora una volta tranquillo e che preferisce non sbilanciarsi sulle decisioni arbitrali, prendendo atto di uno zero a zero che, come terzo pareggio consecutivo, colloca ora la squadra al secondo posto, ad un punto dalla vetta. «Abbiamo fatto un primo tempo di grande livello – commenta a fine partita. – E ne è testimonianza il fatto che il migliore in campo è stato il portiere avversario. Ma dobbiamo migliorare su molte cose, a cominciare dai calci piazzati». Tanti i corner avuti a disposizione, ma sempre con esiti poco felici. «Sì, è anche un problema di posizioni davanti alla porta, tutte cose che stasera non visto – confessa ancora il tecnico francese. – Questa settimana lavoreremo soprattutto su questo ». Una buonissima prova dei due esterni, Dodò e Maicon, anche se quest’ultimo è stato sostituito prima della fine della gara, destando qualche perplessità tra tanti osservatori. «E’ semplice – spiega Garcia. – Lui ha giocato due volte 90 minuti in tre giorni con la sua nazionale, e non si è allenato con continuità dopo aver giocato. Abbiamo infatti preso un contropiede su questa fascia, a dimostrazione che stava accusando un po’ di stanchezza. E, non avendo a disposizione Torosidis, ho pensato che fosse meglio non prendere rischi ». Una partita che avrebbe potuto avere una svolta nel primo tempo, con l’episodio del fallo, verosimilmente da rigore, su Florenzi. Ma su questo ha uin atteggiamento prudente il tecnico. «Ero lontano dall’azione, e non so se era in area o meno. E poi, questa sera, non voglio parlare dell’arbitro». A proposito del quale, confessa di essere andato a chiedergli spiegazioni, al termine della gara, riguardo alla sua espulsione. «Ha detto di aver deciso così perché mi ha visto saltare. Sarà perché vivo troppo la partita». Un allontanamento dalla panchina che non gli ha impedito di provarci fino all’ultimo minuto a venire a capo di questo Cagliari. Ricorrendo a tutti mezzi che gli era possibile utilizzare, dalla radiotrasmittente alla staffetta tra campo e tribuna, con Bompard e Fichaux a scambiarsi le indicazioni che il tecnico dettava loro. Un walkie talkie che peraltro non era nelle sue mani, anche se la cosa è ormai appurato essere assolutamente lecita. «Abbiamo posto una domanda alla Lega – spiega infatti Garcia. – La facciamo ad ogni partita e loro sanno bene che noi usiamo queste apparecchiature tecnologiche. E’ la mia laniera di lavorare e si fa così in tanti Paesi. Siamo nel XXI secolo e mi chiedo quindi se sia possibile vietare mezzi come questi». Si torna a parlare del campo e in particolare dei tre attaccanti, e di come questi si scambino regolarmente la posizione. Gli chiedono se sia dovuto al fatto di non essere soddisfatto o perché non intenda dare punti di riferimento agli avversari. «E’ proprio quest’ultimo aspetto, ovvero non dare punti di riferimento. Ho scelto di avere terzini che attaccavano molto, perché il modulo del Cagliari lascia aperte le fasce». Una manovra meno fluida nel secondo tempo, anche se è nei secondi tempi – gli fanno notare – che la squadra ha sempre fatto meglio. «No, il problema nostro è che alcuni giocatori non hanno lo stesso livello fisico di altri. Ad esempio, De Rossi ha fatto un solo allenamento con noi in queste due settimane, avendo giocato con la nazionale. E allora, se non tutti sono sullo stesso piano, arriva un calo nel secondo tempo, e di questo risente tutta la squadra. Ammetto che senza il capitano e senza Gervinho, come detto altre volte, abbiamo meno soluzioni, ma una squadra si giudica soprattutto dalle occasioni che costruisce. C’e stata anche un po’ di sfortuna e sicuramente una minore efficacia in fase offensiva, ma sono comunque contento dei miei giocatori e anche del non aver preso gol. Totti? Non abbiamo bisogno di accelerare il suo ritorno. La cosa che importa di più è che quando tornerà sarà al cento percento».