(V. Meta) Sei mesi e tre giorni. Tanto è durata la lunga notte di Mattia Destro e la Roma, buia, tempestosa e fitta di incubi, incluso quello di dover interrompere una carriera iniziata appena. Per il più forte attaccante del ’91 in Italia, il sole è tornato ieri pomeriggio, quando si è infilato la maglia della Roma (curiosamente tagliata poco sotto il numero) per giocare – decidendola – una partita vera dal primo minuto. Quella della Primavera, che contro un Latina imbottito di ex ha schierato al centro dell’attacco uno che nelle giovanili era abituato a giocare sempre con i più grandi: due gol in venti minuti, uno di testa e l’altro di sinistro, più altre quattro buone occasioni, quanto basta per dimostrare a se stesso e a Garcia (via Fichaux, perché mentre lui segnava il tecnico stava parlando in conferenza stampa e ha raggiunto i suoi collaboratori a metà tempo) che stavolta è davvero tutto a posto.
Da qui a portare tutto questo in Serie A la distanza c’è, ma l’impressione è che possa essere colmata a breve. Pur di non far correre rischi al suo ginocchio finalmente guarito, la Roma ha fatto spostare la Primavera dal sintetico di ultima generazione del “Di Bartolomei” all’erba naturale del “Testaccio”, dove la squadra di Alberto De Rossi ha battuto il Latina 3-0, schierando, oltre a Destro, anche Federico Ricci, Romagnoli e Jedvaj, impiegato come terzino sinistro. Per l’ex Dinamo Zagabria insieme alla maggiore età (ha compiuto diciotto anni l’altroieri) è arrivato il prolungamento del contratto fino al 2018. Una doppietta che ha rinfrescato la memoria di molti riguardo al vasto repertorio dei colpi di cui Destro dispone: di testa il primo, sfruttando il preciso cross del terzino sinistro Sammartino, con un bel sinistro di controbalzo il secondo, stavolta l’assist è di Mazzitelli. I compagni di giornata lo cercano e lo trovano con regolarità, lui vince tutti i contrasti per manifesta superiorità e quando c’è da dare una mano o suggerire un movimento, non si tira indietro per tutti e 77 i minuti in cui resta in campo. Fichaux guarda e annuisce, Garcia deve lasciare Destro agli occhi dei suoi collaboratori per andare a dirigere l’allenamento nel vicino campo B.
Allenamento breve, in tutto un’ora circa, con particolare attenzione ai calci piazzati, ma foriero di un’attesa buona notizia: Francesco Totti è tornato a prendere a calci il pallone per la prima volta dall’infortunio del 18 ottobre. Ieri il Capitano si è allenato ancora a parte, ma dopo una serie di allunghi ha lavorato con il pallone fino a fine seduta. Alla partita con la Fiorentina (data di rientro ipotizzata al momento della diagnosi) mancano otto giorni, difficile dire se Totti ce la farà a essere a disposizione almeno per la convocazione, di sicuro farà di tutto per provarci. Il resto del gruppo, da cui erano assenti sia Balzaretti sia Torosidis, entrambi ancora alle prese con i rispettivi infortuni muscolari, ha lavorato sui calci piazzati, concentrandosi in particolare sui cross da calcio d’angolo, per evitare di sprecare buone occasioni sui corner come accaduto lunedì contro il Cagliari, quando la Roma ha battuto qualcosa come ventuno tiri dalla bandierina. Regolarmente in campo Mehdi Benatia, che non sembra in dubbio per domani. Per Garcia l’unico ballottaggio da risolvere sembra essere quello fra Borriello e Ljajic per il ruolo di punta centrale, con l’ex Genoa in vantaggio.