(S.Mannucci) – Abbiamo sollecitato il sindaco di Roma a ripensare con sensatezza la sua «minaccia» di spogliarsi, si spera non integralmente, in caso di trionfo romanista. Con sollecitudine degna di una delibera comunale, Marino ci ha fatto sapere di non voler tornare più sull’argomento. Deve essersi cupamente reso conto, il primo cittadino, che la scaramanzia è roba serissima, da queste parti. E mica da oggi: il nome stesso di Roma non fu forse deciso da Romolo scommettendo con il fratello su chi fra loro due avesse avvistato più uccelli in volo? Solo che allora si trattava di avvoltoi, qui in un amen ti ritrovi nei panni del gufo, o addirittura dell’aquila (laziale) mascherata. Fatta salva la natura giocosa della sua sortita, Marino avrà ora compreso che con gli auspici e i vaticinii calcistici non è il caso di cazzeggiare evocando virili e malinconicissimi smutandamenti. Da genovese qual è, dovrebbe sapere che non si dice «buona pesca» a chi ha la canna in mano, né si pronunciano parole che cominciano per «s» e finiscono per «…etto» per chi è in testa alla classifica in autunno. Se proprio vuole impancarsi ad àugure, preveda quando verrà completata la metro C, e vada a festeggiare con uno strip-tease alla prima corsa di quei treni. Per l’occasione vuoti, s’intende.