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IL TEMPO E adesso Pallotta aspetta i cinesi

James Pallotta

(A. Austini) – I cinesi e la banca trattano, Pallotta aspetta. Con un certo fastidio per una vicenda scoperta a giochi quasi fatti, ma la tranquillità di fondo di chi non può essere scalzato dal trono.La partita sul futuro «multicontinentale» della Roma è un intrigo ancora lontano dalla risoluzione. Il prossimo passo potrebbe però portare a una schiarita: a breve Alessandro Daffina di Rothschild, l’advisor che ha messo in contatto Unicredit con il gruppo Hna di Chen Feng e lo stesso che si occupò della vendita del club nel 2011, intende portare il dossier cinese sul tavolo degli americani.

Finora Pallotta è stato uno spettatore della trattativa, informato sull’interesse degli asiatici in ritardo rispetto ai primi contatti. Non ha mai incontrato Chen Feng o un suo rappresentante e ha ricevuto solo le informazioni filtrate dai dirigenti bancari.

Nel frattempo Unicredit e Hna sono arrivati vicinissimi a un accordo, tanto che la stesura del contratto preliminare è quasi ultimata: i cinesi si preparano ad acquistare dalla banca una quota tra il 20 e il 25% di Neep Roma Holding, la società controllante diretta del club giallorosso. Un investimento iniziale da 30-35 milioni, che tecnicamente passerebbe attraverso la costituzione di una Newco con Unicredit, per mettere un primo piede all’interno della Roma. Poi la strategia di Chen Feng prevede la partecipazione ad un aumento di capitale per diluire ulteriormente la quota della banca intorno al 5%. A quanto eventualmente scenderanno gli americani (ora controllano il 69% di Neep)lo deciderà Pallotta, che in realtà potrebbe far saltare il banco sfruttando il diritto di prelazione sulla quota in mano al socio di minoranza garantita dai patti parasociali e prendersi tutta la torta. Ma difficilmente lo farà, perché un’operazione del genere non avrebbe alcun beneficio per la Roma.

I cinesi, quindi, si preparano a entrare con 2-3 uomini in un cda blindato dagli americani, con poche possibilità di incidere nella gestione societaria. Un «non sense» finanziario, a meno che il vero obiettivo di Chen Feng sia quello di utilizzare la Roma come trampolino di lancio in altri affari italiani. Nel 2007 ci ha già provato con il progetto del Terminal container al porto di Civitavecchia, negli ultimi mesi si è avvicinato al dossier Alitalia.

Il suo contributo alla causa giallorossa dovrebbe essere invece concordato con Pallotta, che da anni, per conto suo, cerca un socio asiatico. Il matrimonio, insomma, ha un potenziale interessante ma prima c’è bisogno che i due partner si conoscano a fondo. Altrimenti il rischio per Pallotta è di ritrovarsi in casa un inquilino sgradito. Ecco perché l’intenzione del tycoon bostoniano è quella di provare a sfilare a Unicredit il boccino dell’operazione. Sarà difficile farlo, visto l’ordine partito dai vertici di Piazza Cordusio: la partecipazione «non strategica» nella Roma deve essere dimessa entro il 2014 e l’offerta di Hna è molto allettante.

La Roma cino-americana è già una scommessa: secondo alcuni bookmaker quotano la chiusura dell’affare a 1,65. Secondo Pallotta e i suoi uomini è molto più alta.

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