(A. Austini) – A letto presto. Con la cena, sì, ma tutti insieme dentro lo stadio. Se Garcia ha trasformato la Roma in una squadra perfetta, lo ha fatto grazie alla sua attenzione maniacale ai dettagli. Così, ancor prima di giocare con il Chievo e vincere quella che aveva giustamente pronosticato come «la partita più difficile», ha deciso di trattenere i giocatori all’Olimpico nel post-gara.
La comunicazione è arrivata ieri pomeriggio. Almeno per una sera niente cene di gruppo, niente discoteca, niente streghe (o streghette) di Hallowen, si gioca dopo tre giorni e bisogna stare più attenti del solito. All’alimentazione e al resto. Disdetti i tavoli già prenotati, i giallorossi convocati ieri hanno cenato tutti insieme nell’area vip dello stadio, poi dritti a casa e pronti per l’allenamento anticipato – non a caso – a stamattina alle 11.15.
Anzi, quelli che non hanno giocato ieri o, come Bradley, sono entrati dopo, si sono messi subito al lavoro dopo la vittoria di ieri sul terreno dell’Olimpico che ha ospitato la decima magia giallorossa di questo strepitoso inizio di stagione. Raccontano che Garcia non abbia gradito qualche festeggiamento eccessivo dei suoi ragazzi, in particolare al rientro da Udine, quando un nutrito gruppetto si è spostato dal ristorante Met a Ponte Milvio alla discoteca Gilda. E pensare che a scatenarsi nel locale quella notte c’era anche il Ceo Zanzi. «I tifosi devono far festa, noi no» è il messaggio sin troppo chiaro inviato dal tecnico. I racconti, gli stessi, comprendono pure un rimbrotto piuttosto duro di Garcia a due-tre elementi, un giovanissimo e un paio di nuovi senatori, davanti al resto del gruppo. Ha già capito tutto il francese venuto da Lilla. Roma è la città dei tentatori, degli organizzatori, dei «pierre» mischiati ai tifosi, degli amici mischiati ai «pierre», e il rischio di distrarsi è troppo alto. […]
«Le feste sono per i tifosi – ha ribadito il dg Baldissoni – abbiamo poco tempo per recuperare e questo è un piccolo accorgimento. Così sappiamo che i giocatori mangiano bene e vanno a dormire presto». Garcia, da volpone qual è, in pubblico prova a far sembrare normale la sua decisione straordinaria. «Mangiamo qui solo per prepare bene la gara di Torino. Certo, così controllo anche il menù». Ovvero pasta e petti di pollo.
Finora non ha sbagliato una mossa. «Abbiamo 27 maghi – dice dopo la Decima – c’è solidarietà fra compagni di squadra, la magia è questa». Altro che Zurlì sotto la Sud. «Avevo ragione – aggiunge il tecnico – quando dicevo che col Chievo sarebbe stata dura. Al momento abbiamo meno soluzioni offensive in panchina, senza Gervinho e c’è meno profondita e manca la genialità di Totti, ma Borriello ha il gol nel sangue.[…]». Stamattina, almeno, troverà gente fresca pronta ad ascoltarlo.