(M. Pinci) «La cena? Così siamo pronti». È l’una di notte quando Rudi Garcia lascia l’Olimpico, accompagnato dalle figlie, dopo una cena nello stadio imposta ai giocatori al termine della vittoria che vale un record storico. Tavoli tondi, ognuno da cinque-sei persone, tovaglie bianche e sedie di plexiglass a riempire la Sala 1927 all’interno dell’area ospitalità “premium” dell’impianto. A tavola menù semplicissimo, quello dei pranzi a Trigoria prima delle gare, con pasta al pomodoro, petto di pollo grigliato, verdure.
Perché per continuare a «essere pronti», serve curare ogni dettaglio, evitare che il ciclo di successi senza sosta produca la convinzione che, per una sera, ci si può rilassare, a livello alimentare o facendo le ore piccole. In settimana Garcia aveva dovuto riprendere un giovanissimo e un paio di nuovi leader per aver fatto nottata al Gilda dopo la vittoria di Udine.
Per evitare bis, e chiacchiericci cittadini, tutti a cena insieme dopo la patita. Anche con familiari e amici, che però durante la cena sono rimasti nell’area bistrot della tribuna vip: oltre alla famiglia del tecnico, i genitori di Dodò, la mamma di Strootman, qualche amico di Bradley. Arrivo alla spicciolata, dopo doccia e interviste in zona mista: ovazione, da parte della squadra, quando a tavola si è seduto anche Garcia. Pasto veloce, poi tutti via, a turno, direzione casa come da prescrizioni dell’allenatore in vista della partita con il Torino di domani. Ultimo a lasciare l’Olimpico Borriello, quasi volesse continuare a godersi il ritorno al gol. Unici a disertare l’appuntamento, i dirigenti. Che nonostante la partita, non erano dell’umore giusto per “festeggiare”.
A far infuriare il ds Sabatini, alcuni commenti ascoltati su Sky nel dopo partita. Soprattutto critiche rivolte a Marquinho e Dodò: «Così fanno il funerale alla Roma», urlava lasciando l’Olimpico. Non un caso se nessun giocatore ha parlato dopo il match ai microfoni della tv satellitare. Una presa di posizione forte da parte del club, senza dubbio il segnale chiaro che la febbre, incrementata dall’euforia da vittoria, è alta. Così, anche passi amici (dalle tv la Roma incassa 65 milioni all’anno) possono somigliare al rumore dei nemici.