(F. Balzani) – «A gennaio cosa serve alla Roma per vincere lo scudetto?». È la Domanda che rimbalza su radio e social network giallorossi. C’è chi si alza il bavero e dice «niente, bastano i ritorni di Totti e Destro e arbitri più adeguati», chi si inventa talent scout e chi sogna in grande forte di un tesoretto virtuale ottenuto la scorsa estate e certificato ieri dal comunicato finanziario relativo all’ultima trimestrale: «Il risultato netto consolidato al 30 settembre 2013 è positivo per 19,5 milioni di euro (negativo per 16,8 milioni, al 30 settembre 2012) in miglioramento di 36,3 milioni rispetto al primo trimestre dell’esercizio precedente.
In particolare, il risultato conseguito riflette gli esiti positivi delle operazioni di mercato realizzate nella sessione estiva che hanno generato plusvalenze per complessivi 52,7 milioni». Poi l’altra bella notizia: «la contabilizzazione del bonus, pari a 6 milioni, riconosciuto dalla Nike alla firma del contratto preliminare di sponsorizzazione tecnica, che avrà durata di 10 anni». Insomma, non ride solo la classifica ma anche il bilancio. Occhio, però, perché oltre alle plusvalenze derivanti dalle cessioni di Lamela, Osvaldo e Marquinhos bisogna dare uno sguardo agli stipendi da 2 milioni di Maicon, Gervinho, Strootman e compagnia che peseranno in futuro. Ergo? Niente spese folli, ma l’obbligo di non abbassare gli occhi di fronte alle occasioni invernali (la Juve lo sta facendo con Menez, il Napoli lo ha fatto con Reveillere) e di allungare lo sguardo al prossimo mercato estivo in caso di qualificazione in Champions (oltre a Iturbe e Paredes si monitora anche El Shaarawy).
E a gennaio? In ballo c’è lo scambio di prestiti col Torino tra Romagnoli e D’Ambrosio e quello con l’Inter tra Marquinho e Kuzmanovic. La sorpresa però non è da escludere così come la possibilità di riaprire tre vecchie trattative: Kucka, Astori e Nainggolan. Chissà magari Cellino si è tranquillizzato e accetterebbe di cedere giocatori ai giallorossi.