Nuovo appuntamento con la rubrica di GazzettaGiallorossa.it che analizza i più e i meno della gara appena giocata dalla Roma. In questa occasione facciamo riferimento alla sfida pareggiata ieri contro il Cagliari per 0-0.
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Avramov. La Roma si esprime su buoni livelli di gioco specie nella prima frazione ma trova di fronte a sè un muro invalicabile. L’estremo cagliaritano, degno erede del miglior Garella (eufemismo) chiude la porta in ogni modo prima a Strootman, poi a Florenzi, fino ad arrivare all’ultima zampata di Burdisso nel recupero. Come al solito i portieri avversari quando vedono giallorosso davanti, si caricano come tori. Saracinesca.
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Maicon in forma. Cercando di emulare quanto fatto con la nazionale brasiliana (gol nell’amichevole dei verdeoro contro Honduras), l’esterno destro è il migliore in campo per i giallorossi. Scende ripetutamente sull’out di destra trovando molte volte la via del cross come quella della conclusione; incredibile la parata dell’estremo sardo su un suo destro di collo esterno indirizzato all’incrocio dei pali. Esce stremato all’81’ per lasciare spazio a Bradley. Ritorno al futuro.
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Numero uno. Chiamato in causa in sole due occasioni Morgan De Sanctis sfodera altrettanti interventi decisivi. Fenomenale il salvataggio sul colpo di testa di Ibarbo servito ottimamente da Cossu, superbo il gesto tecnico e la deviazione in calcio d’angolo sul sinistro velenoso di Eriksson indirizzato all’incrocio dei pali.
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Adem Ljajic vice Totti. Indicato come sostituto naturale di un mostro sacro come Francesco Totti il talento ex Viola risulta evanescente e poco lucido in tutta la gara contro i sardi. Fastidioso ma mai pungente parte colpevolmente da una posizione molto lontana dalla porta senza trovare lo strappo decisivo per sbloccare la partita. Inconcludente.
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La dabbenaggine difensiva di Dodò. Il laterale brasiliano spinge costantemente e specie nella ripresa trova con facilità il fondo. C’è da dire però che in pochissime occasioni questa veemenza si trasforma in qualcosa di concreto. E’ palese soprattutto nei primi 45′ come i compagni non abbiano grande fiducia in lui, sfogando l’azione offensiva poche volte sulla sinistra, costringendolo a sgroppare a vuoto. Più lo si vede e più si rimpiange Balzaretti.
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Abbonati al pareggio. Probabilmente ha ragione il ds Sabatini nel dire che “se i pareggi fossero arrivati dilazionati nel tempo e non tutti insieme questi sarebbero stati digeriti diversamente”, ma sul secondo x casalingo (terzo consecutivo) in questa (rimarchiamolo) entusiasmante prima parte di stagione sono soprattutto le assenze ad incidere negativamente. Inutile infatti dire come la mancanza di Totti, il rientro dopo 5 partite di Gervinho e l’impossibilità di schierare dal primo minuto sia Borriello (uscito malconcio nel primo tempo della gara pareggiata con il Sassuolo) che Mattia Destro (fuori dal 26 maggio scorso e alla prima apparizione in panchina in stagione), da un lato preoccupano per un’infermeria offensiva flagellata dagli infortuni e incapace senza il numero 10 di andare oltre una media di un gol a partita e dall’altro, apre scenari incredibili pensando al momento in cui il tecnico francese potrà disporre attingendo a suo piacimento a cotanta abbondanza. La sfida alla Juventus per uno scudetto dal sapore amarcord anni 80 è lanciata.
A cura di Papi&Piccinini