Non sono malato di tifo calcistico, ma mi interesso di molti dei suoi aspetti. Alcuni dei quali seri, altri simpatici, altri preoccupanti, altri comici. Fra questi aspetti – decidete voi in quale dei quattro collocarlo – c’è anche il complottismo. Più o meno comune a tutti. Il bel record della Roma completato con il pareggio di Torino – mica una secca sconfitta, un pareggio – ha già scatenato malumori e prospettato “complotti”. Qualche burlone minaccia pure il classico sit-in sotto la sede della Federcalcio, così per farsi urlare giustamente da quelli bloccati nel traffico “ma andate a lavorare!” Il tutto perché l’arbitro di Torino-Roma ha preso qualche topica. Come del resto quest’anno è capitato spesso, ora a favore di questo ora di quello (Juventus, Napoli, etc).
E’ toccato ovviamente anche alla Roma goderne in favore, che però mica se ne è lamentata, e anzi ne ha incassato il quantum. Le classifiche riscritte in base agli errori poi mi attraggono quanto Bologna-Chievo.
Non ho il tabù degli arbitri e degli arbitraggi, parlo senza problemi degli errori, gioco molto allegramente con i “favorini” e con gli “aiutini”, proprio perché tutti nel calcio fanno benissimo il ruolo della vittima ma nessuno vuol sentirsi dire di aver avuto pure lui la spintarella. Detto questo lì finisce, è un gioco. Il calcio è uno sport dove ci sono solo vittime, non ho mai visto qualcuno che rifiuta rigori ingiusti o fa uscire un proprio giocatore per equilibrare l’espulsione ingiusta di un avversario. E del resto è sport se si accettano anche gli errori, cercare di porvi rimedio in proprio non è più sport.
Capisco che è dura ma siamo seri, se potete…
Fonte: repubblica.it