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REPUBBLICA.IT La Roma resta una grande squadra. Juve, la voglia di vincere c’è sempre

Esultanza

(M.Mauro) Nonostante il pareggio è stata una bella Roma, che ha giocato da grande squadra: quella di Garcia è una grande squadra. Giocatori tecnicamente straordinari, grande intensità e grinta. Burdisso che entra e fa una grande partita, e poi Ljajic, De Rossi, Strootman, Pjanic, Bradley: tutti protagonisti. Arriveranno fino in fondo. Il pareggio è giusto, la Roma nel secondo tempo ha avuto un po’ paura di vincere ma poi ha ripreso a macinare gioco per tentare di segnare ancora ed è bello vederla giocare: 10 vittorie su 11 è un comunque un risultato eccezionale: è una squadra completa. Il Toro ha fatto la sua partita, con coraggio: ha avuto le sue occasioni e ha meritato il pari. Grazie anche a un Cerci straordinario, in grandissima forma tecnica e fisica.

Come dice giustamente Conte quella della Juve è stata una grande vittoria perché il Parma è forte e soprattutto perché dopo il gol i bianconeri non hanno concesso più niente. Forse la Juve ha un gioco più compassato degli anni scorsi ma in compenso ha una grande fisicità. Credo che abbia ancora voglia di vincere, e che questa sia stata messa un po’ in discussione solo da qualche prova carente in fatto di grinta. Ma se ritrova tutte le sue qualità sarà la squadra da battere. Ora deve pensare anche a giocare bene: è quello che serve per affrontare e mettere in difficoltà una squadra come il Real Madrid. Il Napoli tra le prime ha avuto il compito più facile ma l’ha svolto senza problemi e non ha rischiato.

L’Inter sta venendo fuori alla grande. Con una prestazione perfetta ha reso facile la partita con l’Udinese che non è mai scontata. Cambiasso e gli altri ‘vecchietti’ sono tornati quelli del triplete, e con Palacio e Alvarez in questo stato di forma nulla è vietato. Si vede veramente la mano dell’allenatore: in poco tempo, come Garcia, Mazzarri ha creato una vera squadra. Non avrà i valori tecnici della Roma, ma quando avrà tutti a disposizione sarà un osso duro.

Il Milan è da rifondare completamente. Quando Balotelli e Montolivo, gli uomini migliori, non fanno buone prestazioni, diventa una squadra veramente normale e merita i punti che ha. Il centrocampo rossonero non è al livello delle prime, è sotto gli occhi di tutti, e cosa più grave sembra ormai troppo staccato per poter dire la sua non solo in ottica scudetto, ma anche in chiave Champions. Inoltre c’è un’aria da resa dei conti in società, Barbara Berlusconi vuole cambiare. Galliani era stato abile finora a tenerla a bada, ma ora la crisi è esplosa. Si sa che la figlia del presidente vuole portare ai vertici Maldini, che non ha esperienza. Sarebbe un bel salto nel buio probabilmente, avrebbe dovuto fare esperienza accanto a Galliani per qualche anno ma non è accaduto e non si sa perché, non è detto che un grande giocatore possa diventare un grande dirigente senza apprendistato. Ora però bisogna pensare a Barcellona e Chievo. Allegri deve farsi tante domande, ma non sono sue tutte le responsabilità. Il tasso tecnico del Milan non è quello degli anni passati: per un giocatore buono indossare quella maglia e diventare campione pesa ed è difficile, i campioni non si inventano. Vediamo come ne verranno fuori.

Quello di Fiorentina e Verona è un grande campionato. Se i viola riusciranno a tenere i giocatori migliori – e magari con qualche innesto a gennaio – potranno dire la lora anche nella lotta per lo scudetto. La Fiorentina ha dalla sua la mentalità vincente del suo allenatore e un grande spessore.

Il Verona è un miracolo italiano. Grande intensità, tanti giovani e con un Toni in più che sta vivendo una seconda giovinezza e sta venendo fuori come un ragazzino.

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