«Facciamola finita con la tendenza ad avere rapporti con i pochi a scapito dei tanti che rimangono sconosciuti ma che sono la vera risorsa nel mondo del calcio». Lo ha detto Roberto Massucci, vice direttore dell’Osservatorio Nazionale per le Manifestazioni Sportive, in merito ai rapporti tra le società di calcio e le tifoserie, intervenendo al Seminario di Diritto dello Sport in corso a Roma e organizzato da Federsupporter, Associazione Italiana Avvocati dello Sport (Aias), Assocalciatori (Aic) e Slpc (Sports Law and Policy Centre). «Il progetto della away card è un’iniziativa meritoria, il progetto va sostenuto, ma non si deve andare in trasferta a tutti i costi – ha aggiunto -. Andare in trasferta significa prendersi delle responsabilità. Se le società possono condividere questa responsabilità con i tifosi bene, altrimenti si torna indietro perchè la sicurezza dei cittadini è anteposta a tutto».
Massucci quindi spiega che la «tessera del tifoso avrebbe dovuto essere un’idea di altri» perchè «uno strumento di natura affiliativa non dovrebbe avere a che fare con il ministero dell’Interno», ma che il lavoro di prevenzione svolto finora ha «raggiunto certi risultati» anche se «esistono patologie potenzialmente pericolose». Per il rappresentante dell’Osservatorio «il modello migliore» da seguire «è quello tedesco con stadi pieni al 90%, dimensionati alla reale domanda dei tifosi». Massucci però non ritiene che la diminuzione del numero degli spettatori in Italia sia dovuto a norme troppo restrittive per l’acquisto dei biglietti. «Gli stadi quando vale la pena si riempiono velocemente – ribatte -. Questo non è un problema ma se lo è bisogna discuterne in una logica accettabile»
Fonte: ansa