Un giorno felice. E’ questo il regalo della Roma ai bambini ricoverati ai reparti di oncologia pediatrica e neurologia infantile del policlinico Agostino Gemelli di Roma. Florenzi, De Sanctis e Balzaretti intorno alle 15 sono arrivati all’ospedale accolti da tifosi, pazienti e bambini. Invitati dal dottor Giorgio Meneschincheri per l’iniziativa “Natale al Gemelli”, i calciatori sono saliti sul palco allestito all’ingresso principale del Policlinico per salutare i bambini e sottoporsi alle loro domande. “Come si fa diventare campione?” Chiedono, De Sanctis con la sua ironia risponde: “Infatti io sono l’unico campione” poi diventa serio: “Tanto impegno, tanto sacrificio, un po’ di fortuna, ma sopratutto la passione per quello che si fa. Poi ci vuole tanto sacrificio e allenamento e vedrai – consiglia alla piccola che gioca a basket – che ti divertirai tanto perchè la cosa più importante è divertirsi”.
Leonardo di 8 anni, nonostante l’età, pone una domanda che potrebbe mettere in difficoltà l’estremo difensore giallorosso: “Perchè sei andato via da Napoli?”, la risposta “Non si doveva non parlare di calcio? Che per caso tuo papà è un giornalista – scherza De Sanctis – Diciamo che il Napoli era una squadra così forte che non aveva bisogno di un portiere così forte come me e allora sono venuto qui per far diventare forte anche la Roma e piano piano ci riusciremo”.
“Perchè avete scelto il calcio e perchè vi piace?” La curiosità di una bambina. Il primo a rispondere è Balzaretti: “Io ho iniziato con il nuoto e poi dopo un anno, dato che non mi passavano di piscina e continuavo a stare in quella dei piccoli, mi sono detto che forse era meglio cambiare sport e fare qualcosa che forse mi riesce un po’ meglio. Visto che ho rotto parecchi vetri a casa, mia mamma mi ha detto che sarebbe stato meglio non giocare li, ma di andare fuori e mi ha portato a fare calcio ed lì che è iniziata la mia passione”.
Simone e Alessadro chiedono al difensore giallorosso quante parate ha fatto De Sanctis: “Pochissime – risponde – con una difesa forte come la nostra, fa una parata a partita. A volte!”.
E’ il turno di Florenzi a cui viene chiesto il segreto della sua grande velocità campo: “Sicuramente l’allenamento aiuta tanto, forse è la cosa che aiuta più di tutti. Poi dopo che ti alleni con tanti campioni, come capita a me che mi alleno con il portiere più forte del mondo, le cose vengono più facili”.
D’improvviso un bambino sale sul palco, e pone la domanda a cui tutti i tifosi giallorossi vorrebbero una risposta: “Tornerete primi?” prende il microfono Balzaretti: “Bella domanda, siamo li e saremo li” poi Florenzi: “Stiamo facendo di tutto”.
Come hai fatto a fare quel gol stupendo contro la Lazio? Chiedono “Chi lo sa’! Sono stato fortunato ad essere al momento giusto al posto giusto. Ho chiuso gli occhi ed è andata bene. E’ stato bello”.
Con l’innocenza che contraddistingue i bambino, uno gli chiede “Se non pari tutti i tiri e ti fanno gol cosa succede?” la sua risposta “Ho il contratto corto, vedrai mi mandano via – scherza il portiere giallorosso – ma non succede quasi mai”.
A Florenzi tocca rispondere alla domanda più difficile: “Quando siete stanchi volete comunque giocare oppure accettate di restare in panchina?” la sua risposta “Quando sei stanco e ci sono altri compagni che sudano in mezzo al campo come te e sudano durante la settimana. A quel punto è meglio far giocare loro per aiutare la squadra a vincere. E poi di capitano ce ne è uno e quello è immortale”.
I giocatori poi sono andati a trovare i bambini ricoverati del Policlinico, regalando palloni, magliette e prestandosi a foto ed autografi. Un’iniziativa che ha strappato un sorriso ai tanti piccoli dei reparti di oncologia pediatrica e neurologia infantile.