(G. Piacentini) – «La Roma è la squadra più forte, per la rosa che ha e per come gioca. Peccato che la Juventus sia uscita dalla Champions, perché ora si concentrerà solo sul campionato. Anche il Napoli può rientrare, ma la Roma è la squadra migliore». Ci tiene a mettere subito le cose in chiaro, Emerson Ferreira da Rosa, campione d’Italia nel 2001, un titolo che da solo basta per consegnarlo alla storia. Che poi non si sia lasciato bene con i tifosi è una macchia che il tempo sembra aver cancellato.
Lo sa che in molti ancora non l’hanno perdonata?
«A Roma i tifosi sono appassionati. Capisco che sono rimasti male quando sono andato alla Juventus, ma fa parte del calcio. In molti però hanno parlato senza sapere quello che era successo. Ora quando vengo a Roma la gente mi tratta bene».
Ci viene spesso?
«Quest’anno sono stato quattro volte a Trigoria. Ho portato un ragazzo di 18 anni (Marciel Silva, centrocampista classe ’95, n.d.r.) della scuola calcio che ho in Brasile, si allena con la Primavera. Ho parlato spesso con Sabatini».
Ha incontrato qualche vecchia conoscenza?
«Rispetto ai miei tempi sono rimasti solo Totti e De Rossi, gli altri sono cambiati tutti».
Si aspettava un capitano così decisivo a 37 anni?
«Sì, perché i giocatori veramente forti al mondo sono pochi, e lui è uno di questi. Francesco è un fuoriclasse che farà sempre la differenza finché il fisico lo sorreggerà: anche a 50 anni».
Maicon così in forma è una sorpresa?
«Dopo Cafu è il terzino più forte della storia brasiliana. Quando indossi la maglia della Seleçao hai una grande responsabilità, lui ha già dimostrato di essere il migliore di tutti. Ha perso la strada per un anno o due ma ora l’ha ritrovata».
Che idea si è fatto di Rudi Garcia?
«È stato una sorpresa, complimenti a Sabatini che ha puntato su lui. Si vede la sua mano, che sia bravo lo si capisce ascoltando i calciatori che ne parlano sempre bene».
Alcuni lo paragonano a Capello.
«Come Capello è riuscito a trasmettere la sua mentalità alla squadra. Si vede la differenza con il passato, sta meritando tutte le cose positive che gli stanno capitando. Deve resistere fino alla fine perché la gente vuole festeggiare».
I tifosi non lo fanno da troppo tempo.
«La gente è entusiasta ma il campionato è lungo e bisogna lasciare la squadra tranquilla. Se la Roma dovesse vincere lo scudetto sarei contento per la società e per la città. Io ho vinto molto in carriera, ma non ho mai visto una città festeggiare così a lungo, la gente non riusciva a smettere. Quando sono arrivato, la Lazio aveva da poco vinto lo scudetto, si doveva togliere quella sensazione dalla città e ci siamo riusciti».
Se pensa alla Roma pensa a…
«All’applauso dell’Olimpico il giorno della presentazione contro l’Aek Atene. Mi ero appena infortunato, mi sono commosso: è una sensazione che non si può dimenticare».
Lunedì c’è Milan-Roma. Per chi tifa?
«Spero che sia una bella partita tra due squadre importanti della mia carriera. A Milano non ho reso come avrei voluto ma sono stato trattato benissimo. A Roma ho dato di più e sono riuscito a vincere uno scudetto. Che è una cosa spettacolare».