(L.Valdiserri) – La prima emergenza era inevitabile: Daniele De Rossi e Kevin Strootman sono stati squalificati dal giudice sportivo per Roma-Catania. Erano diffidati e Rocchi, lunedì sera, nella gara contro il Milan, li ha ammoniti. Parziale consolazione: sono sicuri di giocare il big match contro la Juve del 5 gennaio 2014. La seconda era temuta, ma la Roma sperava di non doverla affrontare. E, invece, il giudice Tosel ha imposto la chiusura della curva Sud per Roma-Catania (domenica 22) e di tutte e due le curve per Roma-Genoa (12 gennaio). Il dispositivo cita i cori dei 1.700 tifosi presenti («Rossoneri squadra di neri») e i buu razzisti a Balotelli.
Le scelte di Garcia per domenica prossima non sono molte: rientra Pjanic dalla squalifica, Bradley sarà confermato e la terza maglia può finire a Taddei o Marquinho. Un’opzione è spostare Florenzi tra i centrocampisti, anche se il tecnico lo ha sempre utilizzato più avanti. Ancor più complicata è la gestione della doppia chiusura di settori dell’Olimpico. La Roma ha inoltrato un preavviso di reclamo, in modo da ricevere tutta la documentazione che ha portato alla decisione di Tosel. Poi, è certo, partirà anche il ricorso ufficiale avverso alla sentenza. Su alcuni siti di tifosi viene smentito il coro (sarebbe invece stato «rossoneri carabinieri ») ma questo è un particolare di poco conto perché i buu a Balotelli bastano per la squalifica. Anche qui c’è un giallo. Gli appelli dello speaker di San Siro, sulla possibilità di una sospensione della gara, sarebbe stati richiesti dagli uomini della Questura presenti allo stadio e non da quelli della procura federale. Può essere un punto del ricorso, anche se il dispositivo di Tosel pare inattaccabile. Resta lecita, però, una domanda: i 1.700 tifosi di San Siro sono stati identificati perché i biglietti sono nominativi, perché allora punire anche quelli che non erano a Milano? Difficile dare una risposta. Probabile che i tifosi «danneggiati» cerchino una via per essere risarciti. La Juve ha riempito di bambini le curve chiuse, ma la Roma non la copierà. C’è già un settore famiglie, che funziona benissimo e dove non si insulta il portiere avversario.