(F. Ceniti/D. Romani) Il Civ rilancia (le accuse) al tavolo del gip. Francesco Bazzani, il mister X dell’inchiesta Calcioscommesse, è stato interrogato ieri dal gip Guido Salvini: c’erano da chiarire i molti contatti con giocatori importanti (Rino Gattuso, Cristian Brocchi e Stefano Mauri in primis) e la sua disinvoltura nel frequentare stadi e centri di allenamento. L’ipotesi della Procura era ben esposta nell’ordinanza che ha condotto in carcere il bolognese: il Civ reperiva informazioni sui risultati sicuri tramite le amicizie nel mondo del calcio, le rivendeva e se poteva contribuiva a manipolare le gare.
La difesa, condotta da Settimio Biondi («perché il mio cliente usava schede telefoniche inglesi? Forse costava meno…» ha detto l’avvocato), ha escluso la parte legata a combine e mercato dei tarocchi, confermando la parte più scomoda per i calciatori: le dritte avute erano funzionali alle scommesse. Altro che biglietti e maglie. Dichiarazioni che hanno un effetto domino immediato: il giudice Salvini ha preferito chiudere rapidamente l’interrogatorio di garanzia per permettere al pm di Martino di condurre quello investigativo (molto più incisivo per le indagini). Bazzani sarà così ascoltato il 30 dicembre (quando saranno a Cremona anche Bressan e Tisci, quest’ultimo ha chiesto di essere sentito) e siccome le sue parole vanno in netta contraddizione con quelle pronunciate da Gattuso alla stampa, ecco che pure l’ex milanista sarà convocato presto (subito dopo l’Epifania), contrariamente a quanto si pensava. Se poi le due versioni saranno ancora opposte, allora non è da escludere un confronto all’americana. Ma cosa ha detto di così «pesante» Bazzani da far sobbalzare il procuratore di Martino?
«Amico di Gattuso» Il Civ ha spiegato di essere «amico» di Gattuso tanto da uscirci insieme. Non solo, ha negato di avergli mandato sms per avere magliette o biglietti. Lo scopo dei messaggi era altro. Quale? Lo spiegherà al pm, ma già così la situazione è caotica. Se poi aggiungiamo che Bazzani ha messo a verbale di «conoscere molti giocatori del Milan» e di avere proprio per questa ragione un facile accesso a Milanello (come in diversi altri centri sportivi e stadi), le cose si complicano. In più ha definito Pipieri «l’uomo di Gattuso», dandogli una connotazione ambigua. L’ex mister X ha poi aggiunto di aver avuto dei tagliandi da altri rossoneri. Si è definito uno scommettitore abituale, cosa che non nascondeva agli interlocutori, giocatori compresi. Anzi, proprio di questo si parlava spesso nelle conversazioni private. Come quella con Mauri.
I colloqui con Mauri Al pm non sono passate inosservate le frasi che Bazzani ha dedicato a Stefano Mauri. Queste: «Certo che ci siamo parlati; è stato Brocchi a presentarmelo. Poi nel maggio 2011 ci sentivamo al telefono. Qualche volta chiamava lui, altre io. Le conversazioni erano sempre dello stesso tenore: scommesse da fare su partite di calcio ». E’ stato a questo punto che l’interrogatorio è stato stoppato e gli approfondimenti rinviati al pm: la questione è diventata troppo importante per l’inchiesta. Mauri, infatti, si era difeso a Cremona sostenendo di utilizzare la scheda intestata a Samanta Romano (fidanzata di Luca Aureli, titolare di una ricevitoria) per delle scommesse lecite su Nba e tennis nei giorni caldi di LazioGenoa e LecceLazio, che la Procura considera manipolate da Zingari e ungheresi anche grazie alla collaborazione del laziale. Ora, il biancoceleste (che stamani attende notizie dall’udienza Tnas dopo la squalifica a 9 mesi per omessa denuncia, ma difficilmente si andrà a sentenza) si trova per la prima volta a fronteggiare un’accusa diretta: colloqui pericolosi (i giocatori non possono scommettere sul calcio) proprio nei giorni di due gare sospette. Il Civ ha rilanciato. Il 30 lo attende ilpmper quello che potrebbe diventare un interrogatorio da «botti».