(F. Grimaldi) – Sampdoria, potere serbo. Nulla avviene per caso: Succede così che l’onda lunga della curaMihajlovic (imbattuto, e ieri sera contro il Verona alla prima vittoria) arrivi sin qui, in un Ferraris semideserto, premiando una Sampdoria decisamente sperimentale negli uomini, ma che rispetto al Verona, altrettanto imbottito di seconde linee e ieri ancora sconfitto dopo i tre k.o. consecutivi in campionato, ha mostrato più cinismo nei momenti cruciali della gara e un Krsticic in più, il cui gol del tre a uno nel momento di maggiore affanno blucerchiato ha chiuso di fatto la sfida, prima del definitivo quattro a uno di Renan (secondo gol in cinque giorni), ancora a segno dopo la prodezza (decisiva) nel pari di San Siro contro l’Inter.
In chiaroscuro La Samp approda così agli ottavi, dove affronterà la Roma. Eppure il primo tempo sembrava avere spianato la strada ai blucerchiati. Bravi, dopo avere tremato per la traversa di Donadel, a capitalizzare la loro maggiore pressione offensiva fra il 15’ e il 20’, grazie all’unodue di Sansone e Bjarnason. Partita chiusa sul due a zero? Tutt’altro. Perché a quel punto, inspiegabilmente, la squadra di Mihajlovic ha rallentato la sua spinta, consentendo al Verona di rendersi pericoloso sulle corsie esterne dopo vari tentativi falliti al centro. Dalle parti di Fiorillo, con una difesa poco esperta e senza il giusto ritmopartita, la coppia LongoCacia s’è creata tre occasioni prima di metà gara per andare a segno e rimettere in gioco la qualificazione. Niente da fare: mira sbagliata e Samp sempre avanti.
La rincorsa L’intervallo cambia tutto: il Verona insiste, grazie anche all’inserimento di Martinho, bravo a servire Longo per il gol del due a uno, ma dopo qualche protesta per un presunto mani blucerchiato in area, proprio nel momento in cui la Samp sembra avere finito la benzina, ma lì entra in gioco Krsticic. Una progressione del serbo taglia tutta la difesa del Verona e fa respirare Mihajlovic, prima che la botta di Renan dia il via alla festaSamp.