(C.Zucchelli) Considerando quanto sia pignolo Morgan De Sanctis, non ci sarebbe da stupirsi se domani guardasse con occhi interessati Lilla-Psg. Alle 21, infatti, si sfidano le due protagoniste della Ligue 1 e il portiere, che ha dovuto cedere lo scettro di meno battuto d’Europa proprio all’ex squadra di Garcia (6 gol subiti contro i 7 della Roma), tiferà per Cavani e Ibra in modo da poter festeggiare il Natale da primo della classe. A patto, però, che nel pomeriggio i giallorossi battano il Catania: «Vogliamo continuare a fare grandi cose — ha spiegato a Sky —. Quando all’inizio dell’anno parlavamo di obiettivi l’idea era tornare nelle coppe. Adesso l’asticella si è alzata».
NIENTE CALCOLI Una sola vittoria nelle ultime sei partite, otto punti conquistati su diciotto a disposizione, una difesa non più granitica come qualche mese fa, la Roma, nell’ultimo mese e mezzo, ha perso qualche certezza ma, secondo De Sanctis, ne ha una fondamentale cui aggrapparsi, Rudi Garcia: «Gran parte di quello che stiamo costruendo è merito suo. Ha capito perfettamente cosa era successo a questa squadra in passato, è una persona che, indipendentemente dal tipo di interlocutore, riesce ad essere chiaro ed efficace. Lavora tanto sulla squadra, anche in maniera divertente».
ARBITRI LIBERI Non a caso, due giorni prima delle partite, l’allenamento è sempre libero, quasi ludico, con i giocatori esentati da schemi e tattiche: «I suoi metodi ci conquistano. Speriamo che dia alla Roma la possibilità di crescere come sta facendo». Anche per questo, De Sanctis quando parla di arbitri non cerca alibi: «Quando giocavo nell’Udinese vivevo un altro atteggiamento da parte degli arbitri. Quindi viva questa classe di giovani che pur sbagliando, lo fa nella completa onestà intellettuale, con la completa libertà».
TENTAZIONE AZZURRA Dalla Roma alla Nazionale: il campionato praticamente perfetto (errore di Bergamo a parte), sta regalando a De Sanctis una seconda giovinezza, tanto che si riparla di lui in chiave Mondiale. Ai Signori del calcio , (su Sky stasera alle 23.30) il numero uno giallorosso sembra però chiudere le porte all’azzurro: «Ho fatto una scelta e cerco di essere coerente. Si parla del mio ritorno ed è una soddisfazione per me, visto che qualcuno aveva ironizzato sulla mia scelta dicendo che me ne andavo prima di essere cacciato. Non è vero, perché all’interno di quel gruppo ero un punto di riferimento». Nessun ripensamento, allora? «Oltre a Buffon ci sono Sirigu e Marchetti. Spero che possano fare bene nel club e poi anche in Nazionale». Se però Prandelli chiamasse…